Da tempo le insegnanti dei due fratellini che frequentavano una scuola dell’infanzia e una primaria in valle Maira erano preoccupate per la salute fisica e mentale dei due alunni che davano evidenti segni di ansia e malessere, tanto da essere quasi impossibile per le maestre riuscire a gestirli in classe. Una situazione che era andata man mano degenerando lungo tutto il secondo quadrimestre fino a maggio 2021, quando venne richiesto l’intervento dei Carabinieri e dei servizi sociali per la presa in carico della famiglia. Con l’accusa di abuso di mezzi di correzione sono così finiti a processo K. L. e S. A., due genitori che in seguito alla denuncia e al percorso coi servizi sociali avrebbero capito i problemi che i loro metodi avevano creato ai figli e avrebbero iniziato una positiva collaborazione. In aula la dirigente dell’istituto comprensivo ha riferito della preoccupazione delle insegnanti per la situazione dei due fratellini: “Avevamo parlato con la madre, la quale ci disse che il nostro metodo educativo era insufficiente e che dovevamo minacciarli dicendo loro che avremmo chiamato lo zio, una figura familiare particolarmente temuta dai due bambini e infatti quando le insegnanti segnalavano qualcosa ai genitori sul diario, loro vivevano attimi di vera paura”. La dirigente ha riferito del momento in cui si decise di chiamare i Carabinieri, il 19 maggio quando il più grande dei due accusò dolore alla schiena e alle gambe e non riusciva a stare seduto. Sulla fronte del più piccolo le insegnanti avevano notato un livido. In aula è stato chiamato a deporre anche il Carabiniere che era intervenuto quel giorno a scuola: “Ho visto il più grande dei due, un bambino ben curato, ci ho parlato un attimo ma mi disse poche frasi non ben comprensibili. Abbiamo subito informato i servizi sociali”. La dirigente ha anche riferito che in seguito alla denuncia e alla presa in carico da parte dei servizi sociali la situazione sarebbe migliorata: “I genitori hanno capito i problemi della loro educazione e con loro abbiamo instaurato una relazione proficua, i bambini non si sentono più minacciati e stanno facendo un buon percorso scolastico”. L’udienza è stata rinviata al 4 marzo.