Valle Tanaro – L’Alta Valle Tanaro vanta tradizioni storiche, un tuffo nel passato che racconta di maschere, balli antichi e sfilate affascinanti. Una storicità tramandata di generazione in generazione riportata fino ad oggi in cui gli attori si muovono con gli stessi gesti dei loro antenati in un tripudio di colorati abiti sfarzosi. E’ il Carnevale de J’Aboi di Ormea, dalle radici molto antiche che occupa una parte importante della cultura del territorio.
Si racconta che risalga al X secolo, tempo della cacciata dei saraceni dal Piemonte. Nelle frazioni appena sopra Ormea, gruppi di giovani mascherati, durante il loro peregrinare nella settimana di carnevale, portavano messaggi alle comunità e alle borgate vicine con l’allegria tipica della gioventù. Attraverso canti e balli si festeggiava la fine dell’inverno e l’imminente arrivo della bella stagione, motivo per rallegrarsi, bere e mangiare tutti insieme. La partecipazione era prettamente maschile, mentre le donne si limitavano a contribuire cucendo sulle bianche divise dei nastri colorati. Nel gruppo de J’Aboi ciascuna maschera aveva un ruolo e una collocazione. Oggi la rappresentazione viene arricchita con i balli occitani, a cui partecipano in maniera attiva e coreografica anche le donne.
Il Bal do Sabre è tipico della località di Bagnasco, ma ha ottenuto importanti riconoscimenti in manifestazioni folkloristiche nazionali ed internazionali. Il gruppo dei Bal do Sabre è composto da dodici danzatori che, muniti di sciabola, eseguono figure allegoriche. Dodici sono anche i nastri colorati che, avvolgendosi e svolgendosi intorno al palo della treccia simboleggiano, in un’esplosione di colori, il risveglio della primavera dopo il letargo invernale. Al significato rituale della danza, si è sovrapposta la leggenda del contadino locale che, avendo rifiutato di dare la propria figlia in sposa al capo dei saraceni viene condannato a morte e giustiziato con una pubblica esecuzione capitale. La danza viene oggi eseguita in estate nell’ambito della manifestazione “Bagnasco a Colori” e in varie occasioni durante l’anno.
A Garessio nota è la sacra rappresentazione della morte di Cristo, denominata il Mortorio. Un evento a carattere culturale, religioso, artistico e popolare più importante del Comune. Introdotto dalla locale Confraternita di San Giovanni Battista, si tramanda e si realizza da secoli, senza interruzione, con cadenza quadri/quinquennale. Coinvolge la città di Garessio e i suoi abitanti nel periodo pasquale in modo attivo e partecipe. Si tratta della rievocazione della deposizione del corpo di Cristo dalla Croce. In esso agiscono, durante la sfilata in costume, i personaggi che vissero il terribile momento. Fanno corona alla “Sacra Scena”, l’Arcangelo Raffaele, che recita il prologo e l’Angelo della Tromba, dalla modulazione canora molto particolare. Il tutto preceduto da uno spettacolo propiziatorio dell’età saracena, dove gli Angeli dei Misteri, portando ognuno un simbolo della Passione, recitano antiche litanie.