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Venerdì 22 novembre 2024

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Efficienza irrigua in un comprensorio di montagna: il caso di Tetti Molettino

L’attività di sperimentazione è stata svolta nel territorio pedemontano di Rivoira, frazione del Comune di Boves, sull’invaso realizzato nel 2017 a scopo irriguo

La Guida - Efficienza irrigua in un comprensorio di montagna: il caso di Tetti Molettino

A monte della crisi climatica in atto, nella Granda è nata la necessità di rispondere a due domande tanto precise quanto essenziali: “Quanto irrigare?” e “Quando irrigare?”.
Per trovare le giuste risposte la Camera di Commercio di Cuneo, in qualità di partner del progetto di cooperazione transfrontaliero Alpimed Clima, ha effettuato diverse attività sperimentali nelle annate 2021-2022 analizzando tendenze, esigenze dei diversi settori e possibili applicazioni di buone pratiche per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Impresa Verde Cuneo, società di servizi di Coldiretti Cuneo, si è occupata, in veste di collaboratore tecnico, di valutare direttamente in campo le attuali esigenze delle aziende agricole in termini di consumo di acqua e di testare metodologie innovative e buone pratiche di gestione per poter incrementare l’efficienza della risorsa irrigua sempre più limitata.
L’attività di sperimentazione è stata svolta nel territorio pedemontano di Rivoira, frazione del Comune di Boves, sull’invaso di Tetti Molettino realizzato nel 2017.
La funzione di questo invaso è quella di immagazzinare l’acqua prelevata a scopo irriguo dal torrente Colla, al fine di poter mantenere tale risorsa disponibile per le irrigazioni estive, dando agli agricoltori la possibilità di irrigare in base alle loro esigenze tramite una serie di tubazioni in pressione che riforniscono i diversi campi della zona, permettendo così di utilizzare impianti senza energia elettrica o combustibile per il pompaggio.
La sperimentazione era finalizzata a valutare la reale efficacia ed efficienza di un piccolo invaso di stoccaggio nel soddisfare i fabbisogni idrici del comprensorio, in abbinamento a sistemi moderni ed efficienti di irrigazione, quali impianti di irrigazione a goccia e a pioggia. La presenza di una fornitura di acqua indipendente per singolo campo è stata un’altra caratteristica necessaria per poter introdurre sistemi di valutazione delle irrigazioni, potendosi slegare dalle forniture a turni fissi come avviene nella maggior parte dei casi nei terreni serviti dai Consorzi irrigui del territorio.
Nell’ambito dello stesso progetto, il Politecnico di Torino si è occupato di monitorare i flussi in entrata e in uscita dell’acqua dall’invaso, valutando quindi il rifornimento della presa sul torrente, il consumo dell’invaso nella rete irrigua e le uscite dal troppo pieno dello stesso.
Nonostante l’andamento pluviometrico estivo delle annate in cui è stata svolta la sperimentazione sia allineato con i valori medi, è importante sottolineare che la tendenza climatica attuale presenta precipitazioni concentrate in pochi giorni di pioggia, alternati a lunghi periodi asciutti. Questo fenomeno, insieme con l’incremento delle temperature, influenza enormemente il consumo di acqua da parte delle coltivazioni, incrementando la necessità di apporto idrico nei mesi estivi ma soprattutto prolungando la durata della stagione irrigua.
Da qui l’esigenza di rispondere alla domanda: “Quanta acqua impiegare per irrigazione?”.
Il laboratorio interno di Coldiretti Cuneo ha effettuato analisi del terreno in modo da valutarne la struttura, ovvero le percentuali di sabbia, limo e argilla che compongono il suolo, necessari a calcolare la capacità del terreno di trattenere acqua utile alle piante. Il possesso di questi dati è fondamentale in fase di progettazione di nuovi impianti irrigui per effettuare scelte corrette, evitando di realizzare impianti che non potranno mai soddisfare le esigenze delle piante nel modo corretto.
La valutazione di questi parametri ha permesso di definire i volumi da apportare per singola irrigazione, intesi come millimetri di pioggia o tempi di durata di erogazione per gli impianti a goccia.
Sono stati installati sensori in campo che hanno permesso la misurazione e trasmissione online del potenziale idrico del suolo in questione. La misurazione eseguita con questi strumenti permette di definire lo stato di umidità del suolo in un preciso momento e quindi fornisce informazioni utili allo scopo di fornire una risposta alla domanda “Quando e quanto irrigare?” con preciso riferimento all’appezzamento in esame. Queste sonde sono particolarmente utili su colture specializzate e coltivate su piccole superfici, come orticole e piccoli frutti, soprattutto se in tunnel.
Nell’ambito di questo progetto sono inoltre stati testati dei programmi DSS (Decision Support System), piattaforme online che effettuano giornalmente il calcolo del bilancio idrico ovvero valutano il rapporto tra l’acqua consumata dalla pianta e quella disponibile nel suolo fornita dagli apporti di pioggia e dalle irrigazioni. Con l’inserimento di pochi dati da parte dell’utente, questi sistemi sono in grado di fornire indicazioni sia sulla durata che sulla frequenza delle irrigazioni da effettuare.
Questa sperimentazione ha, dunque, reso possibile nel suo complesso la valutazione di azioni e sistemi correttivi per l’irrigazione sul nostro territorio.
L’utilizzo dei software ha inoltre permesso di stimare la quantità di acqua apportata con l’irrigazione a scorrimento e non utilizzabile da parte delle piante. Così facendo, si è potuto valutare che, anche con irrigazioni a scorrimento molto ravvicinate, con turni ogni 7 giorni, in determinate condizioni climatiche non si riesce ad evitare periodi di stress alle piante.
È stato dunque possibile confermare che l’efficienza di un’irrigazione a scorrimento in campo è bassa: oltre il 40% dell’acqua somministrata non viene utilizzata dalle piante. Oltre a questa perdita in campo, bisogna considerare l’enorme quantità di acqua che viene dispersa dai fossi utilizzati per il trasporto dell’acqua dal punto di prelievo al campo dell’agricoltore.
In tal caso le differenze tra un sistema di distribuzione con tubazioni in pressione e una rete di fossi sono grandi: le perdite di efficienza della risorsa possono avere incidenze anche maggiori delle perdite in campo.
La considerazione finale conseguita da questa sperimentazione conferma la tendenza di un incremento di fabbisogno di acqua irrigua delle coltivazioni del nostro areale. I diversi sistemi irrigui hanno delle potenzialità di efficienza che possono esprimersi solo se l’agricoltore ha una gestione corretta degli impianti, quindi è fondamentale la fase di progettazione e gestione degli stessi, soprattutto nella scelta di quanta acqua utilizzare per irrigazione e quando irrigare. La distribuzione dell’acqua tramite tubazioni in pressione è fondamentale perché riduce fortemente le perdite di acqua e permette all’agricoltore di gestire gli interventi irrigui “on-demand”, ovvero quando serve veramente irrigare, e non in base a un calendario fisso di distribuzione, come avviene comunemente con la distribuzione di acqua a scorrimento.
I bacini di accumulo si sono dimostrati fondamentali per poter immagazzinare l’acqua durante le piogge, per renderla disponibile in base alle richieste degli agricoltori durante la stagione irrigua. Se ben dimensionati possono assicurare la disponibilità di acqua anche in annate particolarmente difficili com’è stata quella del 2021.

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