In un comunicato stampa Coldiretti Cuneo torna sul problema siccità, nel corso di un inverno che per ora si dimostra molto “arido”.
Le temperature record delle ultime settimane nella Granda confermano il trend di un “caldo inverno” dopo un 2023 che ha fatto registrare in tutto il Paese un crollo delle precipitazioni del 14% e una temperatura media superiore di 1,14 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati ISAC CNR che evidenzia come con i cambiamenti climatici vengano smentiti sempre più spesso anche gli antichi detti popolari.
È infatti saltata la tradizione dei giorni della merla che – ricorda Coldiretti Cuneo – vorrebbe gli ultimi tre giorni del mese, 29-30-31 gennaio, i più freddi dell’anno. Dopo i 20 gradi registrati la settimana scorsa in diverse località della Granda, si protrae il quadro di condizioni stabili con lo zero termico stazionario tra 3.200 e 3.400 metri secondo l’ultimo bollettino ARPA Piemonte.
Un’anomalia che – sottolinea la Coldiretti – preoccupa anche per la siccità con la scarsità di neve sul nostro arco alpino e una situazione di stress idrico che preoccupa in previsione dei prossimi mesi.
“Oltre alle difficoltà per il turismo sulle piste da sci e sull’intero indotto, la mancanza di neve impedisce di creare le scorte idriche necessarie all’agricoltura prospettando un alto rischio di siccità” evidenzia il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.
La tendenza al surriscaldamento in atto anche nel nostro territorio è accompagnata da una più elevata frequenza di sfasamenti stagionali ed eventi estremi come lunghe ondate di calore, bombe d’acqua, grandinate e tempeste di vento.
Senza dimenticare che le alte temperature – spiega Coldiretti Cuneo – mandano la natura in tilt e favoriscono il risveglio anticipato delle piante anche con fioriture fuori stagione, con il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature con la conseguente perdita dei raccolti. Inoltre, con il caldo – aggiunge la Coldiretti – le popolazioni di insetti dannosi per le colture sopravvivono per attaccare successivamente i raccolti nella prossima primavera.
“Pesanti gli effetti sull’agricoltura, attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dal maltempo e dalla siccità che nel nostro Paese hanno superato i 6 miliardi di euro lo scorso anno” ricorda il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.