Boves – “Operazione Colomba” “per la vastità di interventi e per la trasversalità crea occasioni costanti di incontro, di dialogo tra parti in conflitto, di convivenza pacifica in paesi o etnie tra loro in lotta; costruisce relazioni di fiducia tra popoli – con convinzioni religiose politiche sociali economiche diverse – con la difesa e la tutela delle minoranze o dei più deboli attraverso il metodo della nonviolenza. Il progetto coinvolge in molte parti del mondo un numero sempre più grande di attori che stanno in situazioni di forte difficoltà, scegliendo strade alternative alla violenza pura con la capacità e la determinazione di entrare in azione e costruire percorsi di dialogo, di tutela della dignità umana calpestata nei suoi diritti primari e di riconciliazione in vista del bene comune, agendo con tempestività, imparzialità e tenacia in contesti di forte pericolosità”. E’ questa la motivazione con la quale è stato attribuito il I Premio Internazionale “Vassallo, Ghibaudo, Bernardi – operare per il bene comune”.
A effettuare la scelta, la giuria coordinata da Luigi Pellegrino e composta da Virginia Golinelli (nipote di Antonio Vassallo), Alessandra Liberio (coordinatrice Scuola di Pace), Roberta Sguaiser (consiglio Pastorale Boves), don Gianluca Busi (delegato del Cardinale Matteo Zuppi), don Angelo Romano (Comunità di S. Egidio, Rettore S. Bartolomeo all’Isola), Luciano Milani (Castello di Godego), suor Maria Angela Zanichelli (Monastero di Montesole), Rosanna Tabasso (responsabile Sermig), Chiara Genisio (giornalista), Giovanni Quaglia (economista) e Andrea Merlo (industriale). Un premio nato con l’obiettivo di ricordare il sacrificio dei tre bovesani illustri che il 19 settembre 1943 seppero preferire il bene della propria collettività alla salvezza della loro vita. Attraverso il conferimento di questo riconoscimento, si vuole contribuire alla formazione di un mondo aperto, solidale e attento ai bisogni dei più deboli. “Operazione Colomba” è un progetto dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che nasce nel 1992. L’obiettivo è quello di vivere con i volontari, la “nonviolenza” in zone di guerra. Attualmente opera in Palestina – Cisgiordania/Israele, Libano/Siria, Cile, Colombia e, dal 2022 in Ucraina. I referenti operano al fianco delle popolazioni a rischio di sopravvivenza vivendo nel pericolo e sperimentando l’esperienza della resistenza non violenta. Undici in totale le candidature pervenute alla giuria attraverso le quali venivano segnalate persone, associazioni e progetti, esempi concreti di chi, pur con convinzioni politiche, religiose, culturali, economiche, sociali diverse o contrapposte, agisce lavorando per la pace e per il bene comune. Il riconoscimento attribuito nel 2023 riguarda la sezione “dialogo per il bene comune”. Negli anni pari, il Premio valorizzerà chi opera alla ricerca del “dialogo fra generazioni”.
La cerimonia di premiazione si svolgerà durante un meeting in programma in autunno (fine ottobre). Non sono previste medaglie o denaro ma la pubblicazione degli atti del convegno.