Cuneo – Ad unirsi al coro di preoccupazione per la politica sanitaria del Piemonte è anche Monviso in Movimento l’associazione politica cuneese che con le parole Pierpaolo Varrone esprime le sue perplessità sulla gestione piemontese.
Scrive Varrone per la segreteria: “L’Associazione politica Monviso in movimento intende esprimere una crescente preoccupazione per la fallimentare politica sanitaria regionale che sta creando timori al personale medico e para medico con un allarme rosso sui conti e un crescente disagio per i cittadini con lunghe liste d’attesa che di fatto costringono, chi ha necessità e può permetterselo, di rivolgersi al privato.
Se non cambia il paradigma, il rischio della Giunta Cirio è quello di riportarci ad un piano di rientro, di fatto un Commissariamento come quello avviato nel 2010, da cui si è usciti solo nel 2017 grazie al lavoro della Giunta Chiamparino. Questo significherebbe un colpo di grazia per la sanità pubblica piemontese a favore dei privati.
A questa complicata situazione generale si evidenziano situazioni come quelle di Cuneo dove, dopo quattro anni di governo regionale di centro destra, non si è ancora giunti ad una soluzione chiara e concreta rispetto all’iter per la costruzione del nuovo Ospedale. Le divergenze di opinioni tra la scelta privata e pubblica hanno probabilmente influito sulle dimissioni dei vertici dell’Azienda Ospedaliera di cui si sarebbe fatto volentieri a meno, soprattutto in questo delicato momento.
La confusione e la mancanza di certezze, generata dalla politica sanitaria regionale, spingono molte figure qualificate a lasciare la struttura ospedaliera di Cuneo a vantaggio di altri nosocomi, con un impoverimento della qualità dei servizi erogati per i cittadini dell’area cuneese.
Sicuramente non aiuta, la totale mancanza di rappresentanza politica nel governo regionale dell’area cuneese. Le scelte della Giunta regionale appaiono infatti sbilanciate e più attente ad altri territori, che al momento hanno maggior peso politico. Un argomento importante su cui bisogna riflettere ad un anno dal rinnovo del prossimo Consiglio regionale”.