Con la Regione Piemonte intenta a percorrere la strada elaborata dall’Università Bocconi, su suo incarico, che propone un drastico ridimensionamento dell’offerta sanitaria territoriale, in particolare per quanto riguarda i Pronto Soccorso con meno di 15.000 accessi annui, compreso quello di Saluzzo, che in più rientrerebbe anche nei criteri per la trasformazione in Punto di primo intervento, privi di servizi di ricovero e quindi fortemente ridimensionati nella loro funzione, e l’intero ospedale del Marchesato sarebbe soggetto a una “ridefinizione della vocazione” che lo riconvertirebbe in struttura assistenziale e riabilitativa, escludendolo quindi dalla gestione delle patologie acute, anche il Comune dí Sanfront ha preso posizione in merito.
L’unanimità del suo consiglio comunale ha impegnato il sindaco e la giunta a esprimere ferma contrarietà alle ipotesi di declassamento del Pronto Soccorso, chiedendo non solo il mantenimento ma anche il potenziamento delle attuali funzioni di emergenza-urgenza e a sostenere la necessità di una revisione dei criteri di valutazione, considerando non solo il numero degli accessi annui, ma anche il contesto territoriale, l’orografia, la distanza dagli altri presidi ospedalieri e la carenza di alternative di trasporto pubblico.
Il che vuol dire opporsi alla riconversione dell’ospedale in struttura esclusivamente riabilitativa, ribadendone il ruolo fondamentale nella presa in carico delle patologie acute e nella gestione della cronicità.