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Mercoledì 16 luglio 2025

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Sanità, via libera alla legge sull’intramoenia

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la legge che consentirà di uniformare l’esercizio dell’attività libero-professionale

La Guida - Sanità, via libera alla legge sull’intramoenia

Il Consiglio della Regione Piemonte ha approvato a maggioranza la legge che consentirà di uniformare l’esercizio dell’attività libero-professionale intramuraria sul territorio regionale presentata da Luigi Icardi (Lega). “Si tratta di una legge di sistema, che sarà accompagnata da una delibera di Consiglio contenente i dettagli tecnici: avrà la funzione di regolamento tipo della libera professione intramoenia, cui i regolamenti delle singole aziende sanitarie dovranno uniformarsi” ha spiegato Icardi. “Finora le aziende hanno dato interpretazioni soggettive sull’applicazione della norma nazionale, il decreto legislativo 502/92, che già prevede un equilibrio tra attività istituzionali e libero professionali – ha sottolineato -. La norma ha quindi l’obiettivo di armonizzare la procedura per garantire risposte adeguate ai bisogno di salute, ribadendo comunque il primato dell’attività istituzionale e dei Lea”.

“La normativa nazionale mostra delle carenze perché era stata pensata per una sanità in cui la via maestra era l’accesso al sistema sanitario ordinario e affrontava l’intramoenia come strumento eccezionale – ha detto il relatore di minoranza Daniele Valle (Pd) –. Oggi l’intramoenia ha assunto altre dimensioni e questa legge mette in capo al Consiglio la potestà di emanare un regolamento quadro che ne disciplina l’esercizio fissando paletti omogenei per tutto il Piemonte. Per ora abbiamo un testo molto asciutto, la discussione vera e propria sarà sul regolamento”.

Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, il Consiglio adotterà le linee guida e lo schema di regolamento tipo per lo svolgimento dell’Alpi, che i direttore generali delle aziende sanitarie saranno tenuti a rispettare nei singoli regolamenti aziendali, pena una decurtazione del 70 per cento della retribuzione di risultato e la possibilità per la Regione di esercitare il potere sostitutivo nei loro confronti, anche con nomina di un commissario ad acta.

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