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Venerdì 28 marzo 2025

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Borse di studio universitarie, la Regione taglia e rivede i criteri

Lunga discussione in consiglio regionale con le opposizioni contrarie all'ordine del giorno della Lega e a difesa del diritto allo studio

Torino

La Guida - Borse di studio universitarie, la Regione taglia e rivede i criteri

È stato approvato dal consiglio regionale del Piemonte con 26 sì e 20 no l’ordine del giorno della Lega, presentato da Fabrizio Ricca che chiede una ridefinizione nella gestione delle borse di studio universitarie. Il documento impegna la Giunta, a partire dall’anno accademico 25/26, a prevedere stanziamenti in linea con le esigenze di bilancio e a chiedere al Governo nazionale che siano rivisti i criteri di merito, “nel rispetto dell’articolo 34 della Costituzione, che prevede il sostegno ai capaci e meritevoli anche se privi di mezzi e riconoscendo l’importante valore delle borse come prezioso strumento di attrazione”, ma “introducendo altresì una premialità” per chi “studia nel territorio di residenza, al fine di incentivare la formazione locale”.

Una scelta che ha scatenato la reazione delle opposizioni che accusano il centrodestra di Cirio di fare risparmi abbattendo il diritto di studio e impedendo così l’aiuto a tante famiglie piemontesi.
“Il centrodestra demolisce il diritto allo studio e contraddice se stesso: sul diritto allo studio la maggioranza confusa danneggia studenti e famiglie, saccheggiandoli delle borse di studio. Il tutto mentre l’assessora non è pervenuta ed è stato imbarazzante la sua assenza” così ha detto la capogruppo regionale del Pd Gianna Pentenero che si è vista respingere l’ordine del giorno che chiedeva invece il “mantenimento dei criteri di ammissione e degli attuali standard erogativi finanziari delle borse di studio”.

Il centredestra però vota compatto: “Non diciamo di tagliare le borse di studio – spiega l’assessore Gianluca Vignale – ma di renderle compatibili con il bilancio regionale. Del resto fino a quando ha governato il centrosinistra, lo stanziamento era intorno ai 40 milioni, oggi abbiamo superato i 100”. Così lo stesso firmatariod ell’odg Fabrizio Ricca: “Sono stato accusato con una serie di menzogne, quindi preciso che l’ultima giunta di centrosinistra ha speso 40 milioni, noi 100 per le borse di studio. Se la prospettiva per il prossimo anno è 140 milioni, dobbiamo capire che non riusciremo a garantire tutte le richieste, altrimenti nel 2029 arriveremo a 200 milioni. Vogliamo trovare una regola, altrimenti non ci sono le possibilità economiche di andare avanti così, quindi respingo al mittente le accuse”.

Nel suo intervento Alice Ravinaledi Alleanza Verdi Sinistra ha  peròsottolineato “che i 100 milioni di euro sono fondi nazionali ed europei e non regionali” così come Daniele Valle del Pd ribadisce: “I 40 milioni di Chiamparino garantivano il 100% delle richieste, così come fanno gli attuali 100 milioni”.

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