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Lunedì 3 marzo 2025

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Se la tecnologia incontra l’arte in opere ad elevato tasso di poesia

Ennio Bertrand nasce a Pinerolo, vive a Torino impiegando contenuti e tecnologie digitali

Pinerolo

La Guida - Se la tecnologia incontra l’arte in opere ad elevato tasso di poesia

Ennio Bertrand nasce a Pinerolo  nel 1949. Vive e lavora a Torino, impiegando immagini e tecnologie digitali per installazioni multimediali con suono video luci movimenti. È membro dell’associazione Ars Tecnica fondata nel 1988 a Parigi presso “La Cité des sciences et de l’industrie, La Villette” con Piero Gilardi, Claude Fauré e Piotr Kowalsky, che voleva riunire un gruppo di artisti e studiosi sul tema dell’incontro tra arti e tecnologia, e cofondatore di Arslab, Arte Scienza e Nuovi Media a Torino nel 1996.

Vive e lavora impiegando contenuti e tecnologie digitali ed è uno degli artisti più sensibili all’utilizzo delle tecniche contemporanee per dare forma alle sue idee.
Nel tempo le sue opere hanno esplorato media diversi: fotografie, sculture, composizioni di luci, suono, video. Ha esplorato intensamente l’interattività producendo spazi interattivi in cui ogni movimento, nostro o di altri esseri viventi, viene amplificato e tradotto in suono, parola, immagine cangiante.
Caratteristici i cieli, preziosi velluti trapuntati di piccoli leds che si illuminano con ritmi minimali, o i pannelli modulari in vetroresina che mimano le strutture dei circuiti elettronici dei computer ampliando e distorcendo ironicamente le dimensioni e la forma razionale che rigidamente sorregge la funzione.
Preleva immagini dai monitor TV, eventi, catastrofi, documenti politici, e li trasferisce su carta o li fa (ri)vivere con delle sequenze video, come nel caso di “Under Attack”, un lavoro in cui lo spettatore diventa quasi arbitro e decidere se far capitare o no l’attacco alle torri gemelle dell’11 settembre a New York. Oppure utilizza le risorse del computer per sviluppare opere ad elevato tasso di poesia. Un legame particolare lega Pietro Gagliardi a Ennio Bertrand: nel 2003 con una sua personale si inaugurò l’attività della galleria che allora si chiamava Gas.
Personaggi tratti dalla storia dell’arte, sculture ottenute esclusivamente attraverso sistemi computerizzati, senza alcun intervento manuale e virtualmente riproducibili all’infinito. È stato docente per un corso “suono e interattività” all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. È stato docente per un corso di sistemi interattivi all’Accademia di Belle Arti G. Carrara in Bergamo. È docente per un corso di sistemi interattivi all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Ha contribuito con i suoi lavori artistici al progetto Theremino System con il quale è possibile con facilità creare installazioni interattive con suono, video, azionamenti motorizzati, LEDs.
Ha esposto in Francia, Svizzera, Germania, Stati Uniti, Giappone, Italia, Russia.

“Le sue opere – scrive Marco Aruga – mettono in gioco le apparenti dicotomie natura/cultura ed arte/pubblico, mentre espongono i loro contenuti con la mediazione fascinosa ed intrigante di strumenti digitali, e con la prontezza e l’incisività che tali mezzi portano con sé. Dal combinato disposto di immagini e testi poetici, video, luci e suoni, interposizioni di vegetali ed installazioni interattive, interrogandosi quindi anche sul valore e sulla potenza del digitale, nascono le domande ed i temi che ci propone l’artista, indagatore dei meccanismi della percezione, così come delle dinamiche sociali”.

“L’aspetto che più mi affascina – dice Bertarnd – del progetto di scultura virtuale è la possibilità di giungere ad un oggetto fisico, tangibile, con un peso e una forma, partendo e passando esclusivamente attraverso gli algoritmi matematici di un software, coagulando polvere di nylon… Il sapere è contenuto nel software, nel Dna digitale del programma che disegna e opera… All’artista il ruolo demiurgico di individuare e scoprire le forme e salvare periodicamente quanto soddisfa e concretizza la sua immaginazione. I percorsi e i passaggi tra le varie fasi sono software, puro pensiero e intenzione. Si aggiunge un nuovo aspetto all’analisi di Benjamin: oltre alla riproducibilità di un’opera appare nella tecnica la possibilità, per ora parziale, di autonomia creativa dall’artista”.

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