Il fatto non sussiste, chiusa l’inchiesta dei furti sul cantiere del Tenda bis. Questa mattina, lunedì 13 gennaio, il Tribunale di Torino ha assalto tutti e quindici gli imputati per le frodi sul cantiere del Tenda bis.
Il pubblico ministero Chiara Canepa aveva chiesto la condanna con pene da uno a 7 anni di reclusione. Nel 2017, la Procura di Cuneo metteva sotto sequestro il cantiere dopo un’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dall’allora procuratore di Cuneo Francesca Nanni, con una serie di indagati per urti e frodi. Le accuse andavano dalla truffa aggravata, alla frode nelle pubbliche forniture, ai falsi ideologici sui documenti di cantiere e l’inchiesta per competenza era stata trasferita al tribunale di Torino. Cinque dei 15 imputati erano già stati giudicati a Cuneo, ma nel maggio scorso la Corte d’Appello aveva ribaltato la sentenza del Tribunale, derubricando l’originale accusa di furto ad appropriazione indebita. Dunque il reato è stato dichiarato improcedibile e gli imputati – accusati di aver sottratto al cantiere e rivenduto oltre 100.000 kg di centine e tondini di ferro – erano stati tutti prosciolti.
Nel processo a Torino si erano costituiti come parti civili il Ministero delle Infrastrutture che aveva chiesto un risarcimento danni per 25 milioni di euro e il Comune di Limone per 900.000 euro.
Le ragioni delle assoluzioni diventeranno più chiare con il deposito delle motivazioni, la Procura potrà decidere se ricorrere in Appello.