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Giovedì 10 ottobre 2024

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“Quali sarebbero i meriti di Emanuele Filiberto di Savoia?”

Anche il comitato Vivere la Costituzione di Cuneo prende posizione contro la decisione del Comune di Valdieri di assegnare la cittadinana onoraria

Valdieri

La Guida - “Quali sarebbero i meriti di Emanuele Filiberto di Savoia?”

Continuano le polemiche in merito alla decisione del Comune di Valdieri di conferire la cittadinanza onoraria a Emanuele Filiberto di Savoia. La cerimonia è in programma domenica 22 settembre alle 18 nel salone municipale.
A prendere posizione anche il comitato Vivere la Costituzione di Cuneo. “La cittadinanza onoraria costituisce un riconoscimento onorifico, attribuito ai cittadini italiani o stranieri non aventi la residenza nel Comune, che si sono distinti particolarmente in campo culturale, sportivo, scientifico, economico, sociale e umanitario, nel Comune, in Italia, e/o all’estero – scrivono in una nota ufficiale -. Leggiamo che il sindaco di Valdieri ha deciso di concedere la cittadinanza onoraria a Emanuele Filiberto di Savoia quale Riconoscimento speciale per il suo impegno e il suo legame storico e la dedizione al territorio. Non comprendiamo quali sarebbero i meriti di Emanuele Filiberto. Viene insignito quale discendente della casata dei Savoia e investito del ruolo di ambasciatore del territorio? Quindi nella scala dei valori del sindaco di Valdieri prevalgono le immagini e le narrazioni bucoliche del re che fa la battuta di caccia al Valasco mentre vengono dimenticati i ragazzi e gli uomini che si batterono e in molti casi morirono in quegli stessi luoghi a causa delle responsabilità e delle complicità perpetrate dai Savoia. Il sindaco dimentica: Vittorio Emanuele III che assiste connivente all’ascesa di Mussolini e del fascismo nel 1922, che firma le leggi razziali nel 1938, che nelle ore drammatiche dell’8 settembre del 1943, fugge notte tempo insieme ai membri della real casa lasciando senza guida e ordini centinaia di migliaia di soldati italiani; giovani ragazzi che verranno internati nei campi di lavoro tedeschi, massacrati a Cefalonia, costretti ad arruolarsi nelle fila della Repubblica di Salò. Si obietta che i discendenti di una famiglia non possono pagare le colpe dei padri, dei nonni e dei bisnonni. Siamo d’accordo e sosteniamo quest’affermazione di principio. E forti di questa convinzione torniamo al punto di partenza: Emanuele Filiberto viene proposto alla cittadinanza onoraria per meriti propri o perché appartenente alla famiglia Savoia? La storia ricade per intero sulle spalle di chi fieramente rappresenta quella famiglia, nel bene (poco) e nel male (molto). Onorificenza ha come radice onore. I titoli nobiliari e i riconoscimenti di sindaci superficiali non bastano a cancellare il disonore che i Savoia hanno gettato sul loro casato per le azioni vili e delittuose compiute contro il popolo che avrebbero dovuto rappresentare e difendere. L’onore di un paese sconfitto e umiliato da vent’anni di dittatura fu riscattato dai giovani che nelle stesse ore in cui il bisnonno di Emanuele Filiberto fuggiva come un ladruncolo da Roma, risalirono le vallate cuneesi per formare i primi nuclei resistenti. La Valle Gesso è la casa dei fratelli Bianco, per quei sentieri si arrampicarono Duccio Galimberti, Nuto Revelli, Detto Dalmastro, Dado Soria, Ugo Rapisarda, i F.lli Cavaglion (Enzo e Riccardo), Dino Giacosa, Leo Scamuzzi, Arturo Felici, Ildo Vivanti, Aldo Quaranta, Leonardo Ferrero e tanti altri ragazzi che seppero scegliere da che parte stare e furono pronti a sacrificarsi. Sig. Emanuele Filiberto faccia anche lei una scelta onorevole: rinunci alla cittadinanza onoraria. Sarebbe un gesto dignitoso e un passo reale per ricucire uno strappo che la sua famiglia ha compiuto con la storia del nostro Paese e delle nostre vallate”.

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