Dopo la recente esperienza della pandemia e la confusione creata da una comunicazione poco chiara, riflettere sul negazionismo risulta problema di attualità che coinvolge la ricerca scientifica, ma anche la stessa vita dei cittadini. L’autore sviluppa un saggio che, pur perseguendo una linea ben precisa e uno stile divulgativo, intende chiarire i confini e i pericoli di simili posizioni con lo scopo di mitigare le ricadute sull’opinione pubblica.
Acquisito che non è in questione il diritto di ognuno di esprimere le proprie posizioni, comincia col delimitare gli spazi entro cui si muove il negazionismo. Non si tratta di una posizione pregiudizialmente e genericamente antiscientifica, bensì della tendenza a rifiutare uno specifico risultato della scienza. Non mette dunque in discussione l’intero apparato di ricerca, ma si muove contro un preciso argomento
Di qui l’esigenza di guardare alle origini di tali posizioni. L’autore ravvisa queste fondamenta in atteggiamenti multiformi. C’è in genere l’ignoranza nei confronti della ricerca stessa per cui è facile confutarne genericamente i risultati. A questo si aggiungono altri aspetti più subdoli che vanno dalla malafede a questioni ideologiche fino a interessi pilotati dallo stesso mercato.
Correttamente, però, ritiene che la scienza stessa non sia indenne dall’offrire il fianco a queste polemiche. Una difficoltà di comunicazione oltre a controversie tra gli stessi ricercatori, congiunte spesso a scarsa chiarezza, generano confusione nell’opinione pubblica che è terreno fertile per il negazionismo. D’altro lato è anche da sottolineare che le posizioni discordanti tra gli esperti sono motivo di stimolo, non già di svilimento della ricerca: “caratteristiche naturali dello sviluppo storico dell’impresa scientifica”.
Il mondo su misura
di Luca Tambolo
Editrice Codice
euro 18