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Mercoledì 14 maggio 2025

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Momenti di calma rubati nelle emozioni più segrete del vissuto

Serena De Gier, pittrice, illustratrice e scenografa di Parma ma che vive a Cuneo da anni

Cuneo

La Guida - Momenti di calma rubati nelle emozioni più segrete del vissuto

Nata a Parma nel 1979, Serena de Gier ha frequentato la sezione di scenotecnica all’Istituto d’Arte Toschi di Parma, dove ha avuto come insegnante il pittore Renzo Dall’Asta.  Dal 1999 al 2007 ha lavorato per il Teatro delle Briciole – Teatro Stabile di Innovazione come scenografa, attrice e tecnico, in particolare per gli spettacoli del regista Maurizio Bercini. Ha collaborato con varie produzioni teatrali di compagnie italiane e francesi, come il Theatre Jeune Public di Strasburgo. Ha partecipato alla fondazione dell’Associazione Cà Luogo d’Arte che ha già realizzato numerose produzioni teatrali molto apprezzate in Italia e Francia. Ha inoltre firmato il suo primo film come scenografa per la parigina Fidelio Production ed ha collaborato come arredatrice per un cortometraggio per la regia di Lucrezia Le Moli, prodotto da Rai Cinema.  Ha collaborato come illustratrice per la rivista Slow Food. Dal 2005 trasferitasi a Cuneo, si dedica interamente alla sua attività di pittrice, realizzando diverse mostre non solo in Italia. Dipinge ritratti in stile pop, con pose di rilassatezza e di calma che invitano a rallentare, come nel ciclo mangiare lento, spesso dai colori vitalizzanti, quasi fotografici, che trasformano i volti in icone, volti “strappati alla vita quotidiana, imprigionati in uno sguardo stupito, in un momento di nostalgia, in un gesto distratto, istantanee catturate con la cura della disattenzione, la stessa che il fotografo ignora di avere quando ferma in uno scatto l’unico istante che non è stato in grado di vedere” scrive Andrea Tiberio.

“Il nascondere o velare con un leggero movimento del corpo il viso è un gesto che richiama, inevitabilmente, le emozioni più segrete del nostro vissuto. E l’alone d’enigma che doniamo al volto, nel compierlo, afferra per i capelli la percezione dei nostri osservatori accompagnandoli all’interno delle fragilità più tenere dell’esistenza, di tutti noi. Il portarsi le mani al volto equivale a trattenere il fiato, a sospendere il momento e proiettarlo verso un infinito onirico. Nei ritratti di Serena de Gier, dipinti di pregevole fattura e dai colori vitalizzanti, tutto ciò è colto con evidenza spiazzante. L’autrice ci dona con grazia ed eleganza la sua più preziosa dote: la capacità d’intuire il mondo e di tradurlo in attimi di cui l’inafferrabile mistero rappresenta quella materia costituente che lei ha deciso d’usare per svelare le emozioni più insondabili dell’animo umano” scrive Luigi Pagliarini.

Per Silvia Grandi “Se dal punto di vista stilistico-formale le Pop Faces di Serena de Gier sembrano mettersi in concorrenza con le tecniche veloci dell’attuale comunicazione visiva, sia per la tecnica pittorica adottata sia per la modalità di estrarre frammenti isolati dal contesto originario, ripercorrendo uno dei procedimenti più noti degli artisti della Pop Art statunitense, in una sorta di “rivisitazione” del cut up di Andy Warhol e Roy Lichtenstein, dal punto di vista tematico, invece, il riferimento alle icone dei nostri giorni, quali protagoniste di atteggiamenti “rubati” di rilassatezza e di calma, appare un gesto deliberato che propone un’alternativa alla velocità del nostro vivere quotidiano, che invita a rallentare, a sedimentare e a centellinare gli attimi, le sensazioni, proprio come si fa con un buon bicchiere di vino” .

Conclude Sara Merlino: “Il “fermo immagine” è un istante bloccato per sempre, destinato a rimanere sospeso, incompleto, ammirato. Nell’intenso fluire del movimento, delle azioni, dei gesti più semplici della quotidianità, Serena de Gier ha il talento di isolare l’attimo sostanziale. Un momento preciso che sotto l’apparente casualità e naturalezza del gesto è in realtà scelto ed eletto dall’artista come scatto principale, scena unica. Il colore che l’artista utilizza con particolare cura, compie poi un’ultima trasformazione, da volto a icona. E la pittura lo rende eterno”.

Boujolais nouveau - Serena De Gier

Boujolais nouveau – Serena De Gier

PJ’s milk – Serena De Gier

PJ’s milk – Serena De Gier

Lo specchio – Serena De Gier

Lo specchio – Serena De Gier

Amnesia – Serena De Gier

Amnesia – Serena De Gier

Guardarsi - Serena De Gier

Il sonno - Serena De Gier

Il sonno – Serena De Gier

serena de gier

serena de gier

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