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Martedì 2 luglio 2024

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Nasim coraggio, informazione e il colore alle unghie per i diritti, per le donne, per l’Iran

Il mondo e le battaglie internazionali al Nuovi Mondi Festival con Cecilia Sala e Nasim Eshqi

Rittana

La Guida - Nasim coraggio, informazione e il colore alle unghie per i diritti, per le donne, per l’Iran

Sei nella piccola Rittana verde più che mai dopo un giugno piovoso e ti senti immerso nel mondo, far parte di una comunità ben più ampia, senti parlare lingue diverse. Nuovi Mondi Festival è anche questo e venerdì 28 giugno la sensazione era proprio quella, con due incontri che hanno avuto due caratteristiche: la partecipazione alta non solo nei numeri ma anche nell’attenzione e nella condivisione e l’apertura ai problemi e alle vicende del mondo. Prima con la giornalista Cecilia Sala che ha presentato “L’incendio – Reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan”. e poi la climber iraniana Nasim Eshqi che, in  “Ero roccia, ora sono montagna”, ha raccontato la sua esperienza di donna fuori dagli schemi nell’Iran degli ayatollah.
Iran, Afghanistan, Ucraina, ma anche tanta Italia di oggi, Europa, rapporti internazionali, il problema dell’informazione “istituzionale” e quella reale, dell’informarsi attraverso canali che non censurino e non facciano solo propaganda.
Due incontri densi e importanti, che lasciano il segno e che comunicano quanto sia importante anche nella piccola Rittana, nella bassa valle Stura, in questa provincia ai confini, sentirsi parte di una comunità consapevole e informata più ampia.
E lo si capisce dalle parole di Cecilia Sala che il mondo lo gira, e dalla testimonianza diretta di Nasim Eshqi, che con parole vere ed emozionate e allo stesso tempo forti e documentate fa “sparire” le sue imprese sportive, che rimangono in un angolo con un breve filmato iniziale, per far emergere la forza del suo essere donna, iraniana, costretta lontana dal suo paese, e in lotta per i diritti. Nasim è l’unica climber professionista iraniana che pratica l’arrampicata all’aperto, un’alpinista capace di aprire vie su roccia con all’attivo oltre cento ascese. Bambina ribelle e iperattiva, praticava il kickboxing poi l’arrampicata, sport da autodidatta perché in Iran una donna non può scalare con un uomo. E così ha iniziato a viaggiare per migliorarsi, ha inseguito la sua passione ma per una donna in Iran tutto questo non è possibile soprattutto se prendi posizione contro il regime e nel tuo Paese non puoi più rientrare.
Ma i suoi successi da climber non sono importanti nel suo racconto, (e non è un dettaglio da poco Nasim è vestita in camicetta e jeans senza marchi tecnici da sponsorizzare da testa ai piedi come generalmente abbiamo visto), anzi le grandi ascese su roccia sono solo un pretesto per salire su un palco e raccontare dei diritti negati, della condizione delle donne in Iran, delle loro battaglie, della condizione delle donne nei regimi islamici con affermazioni forti e dure, e la voglia di cambiare. Ed è a questo che pensa e per cui lotta, continuando a scalare, ma anche a parlare e scrivere per insegnare alle bambine dell’Iran di oggi che un’altra vita è possibile, più libera, più dignitosa, senza il velo, studiando, formandosi, manifestando e rompendo le imposizione imposte dal regime. Come Armita Geravand, finita in coma dopo essere stata picchiata dalla sorveglianza della metropolitana di Teheran, perché non indossava il velo, e poi morta. E per Nasim, capelli corvini lunghi al vento senza il velo, sguardo intenso, unghie rosse segno di femminilità e della possibilità di esprimerla infrangendo le assurde regole degli ayatollah, bisogna continuare con coraggio per far ritornare l’Iran libero, un popolo che ricorda è indoeuropeo e di quella cultura è intriso. Perché lo dice più di una volta “come leggere o andare in bicicletta, anche la libertà è qualcosa che, una volta appresa, non è più possibile disimparare”.

 

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