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Sabato 27 luglio 2024

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In Piemonte un medico al giorno lascia il pubblico per il privato

Troppo carico di lavoro ma la Regione investe sui privati per le liste di attesa e il Governo Meloni lancia un decreto senza fondi

Cuneo

La Guida - In Piemonte un medico al giorno lascia il pubblico per il privato

In Piemonte, ogni giorno, un medico si licenzia per andare nel privato. Di fronte ai grandi annunci, di fronte al piano Sottile del Piemonte e al decreto Schillaci sul taglio delle liste di attesa annunciato ma senza copertura economica, i dati sono impietosi: i medici se ne vanno, il personale manca, le liste di attesa si allungano e negli ultimi tre anni in Piemonte è raddoppiato il numero dei cittadini che rinuncia alle cure proprio a causa delle liste di attesa o perché non può permettersi le visite nel privato.
A dare i dati è Chiara Rivetti la segretaria regionale dell’Anaao Assomed, il più grande sindacato medico non solo in Piemonte ma in tutto il Paese. 292 medici hanno lasciato gli ospedali pubblici piemontesi nel 2023 d di questi 35 anestesisti, 24 psichiatri, 23 medici d’urgenza, 17 cardiologi, 15 pediatri e 15 oftalmici. Lasciano il posto sicuro nel pubblico: pochi, per continuare come medici generali negli ambulatori convenzionati, ma la maggior parte, il 90% per andare nelle cliniche private o aprire partita Iva.
A subire la maggior parte delle fughe sono soprattutto gli ospedali delle province e non tanto Torino che rimane comunque più attrattiva. E a lasciare sono soprattutto donne, 53% contro il 47% degli uomini, ma è una percentuale che aumenta se si considera che le donne medico sono molte meno. I motivi? Troppi festivi e notturni, orari che si allungano, sovraccarico di lavoro eccessivo per carenze di organico, poca valorizzazione del lavoro e nel privato pagano meglio. E a questo si aggiungono anche posti pubblici di lavoro mal organizzati e ospedali fatiscenti da troppi anni, con progetti di nuove strutture annunciate ma finora non realizzate.
I più a rischio sono i medici del pronto soccorso, un lavoro diventato usurante per carico di lavoro, numeri, aggressioni, rischio denuncia.
Colpisce anche il numero di dimissioni degli psichiatri che per Anaao Assomed è dovuto al fatto che dal Covid i casi psichiatrici sono aumentati in modo esponenziale, soprattutto di adolescenti, mentre sono stati chiusi in questi anni in Piemonte tanti centri servizi di salute mentale e il carico di lavoro è diventato “insopportabile” per poche persone.
A pochi giorni dal voto, il Governo ha annunciato un decreto, che però non ha copertura finanziaria, con il potenziamento dell’offerta di visite ed esami anche il sabato, la domenica e prolungando verso la sera la fascia oraria. Cosa che al Santa Croce di Cuneo già si fa da mesi, e non a caso la produttività dell’ospedale di Cuneo è sopra la media ed è l’unica azienda sanitaria piemontese non in perdita.
Ma il problema che sembra non interessare i legislatori è chi farà tutto questo lavoro in più se i medici e gli infermieri non ci sono? Anaao spinge per più risorse per il pubblico, ma la soluzione adottata oggi dalla sanità regionale con il piano Sottile per ridurre le liste di attesa va in direzione opposta, mettere ancora più risorse sul privato: 25 milioni in più per acquistare, da qui a fine anno, visite ed esami dalle strutture accreditate.

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