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Sabato 27 luglio 2024

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Il gesto pittorico per raccontare il destino, la vita, dall’alfa all’omega

La serie di composizioni di piccole dimensioni di MIlena Racca di Bra

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La Guida - Il gesto pittorico per raccontare il destino, la vita, dall’alfa all’omega

Milena Racca è nata e vive a Bra. Ha frequentato il Liceo Artistico Ego Bianchi di Cuneo e si è diplomata all’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino. È docente presso il Liceo Artistico Pinot Gallizio di Alba. Dal 2004 ha iniziato la sua attività espositiva, partecipando a mostre personali e collettive organizzate a Cherasco, Manta, Bra, Dogliani, Vinovo, Costigliole Saluzzo, Alba, Savigliano, Pollenzo, Torino, Carmagnola e Busca. In particolare, è da segnalare la presenza dell’artista alla 54a Edizione della Biennale di Venezia – Padiglione Italia, Sala Nervi del Palazzo delle Esposizioni a Torino, tra dicembre 2011 e gennaio 2012. La pittura di Milena Racca è colore, materia e segno allo stato puro, elaborati in combinazioni rarefatte, con l’intento di instaurare una comunizione emozionale diretta con l’osservazione. I suoi ultimi lavori sono rappresentati dalle serie di composizioni di piccole dimensioni, intitolate I Destini, nei quali dall’imprimitura materica emergono incisioni, solchi, o più propriamente percorsi dagli andamenti variegati, che suggeriscono riflessioni sul destino, inteso come possibilità illimitate di svolgimento dell’esistenza, concedendo al fruitore la facoltà di interpretare i vari livelli di significato, lasciandoli che si dischiudano come sensazioni sospese in una dimensione senza tempo, in cui coesistono il ricordo ancestrale del caos primordiale e la razionalità di un presente che si snoda in libere e fluide geometrie.

“Milena Racca si coglie il desiderio di sussurrare, con la consueta delicatezza, emozioni scaturite da profonde riflessioni sul destino che, pensato al plurale, diventa un susseguirsi di innumerevoli immagini di destini diversi. – scrive Giusi Sereno – Il destino viene inteso come uno dei tanti possibili scartando le molteplici possibilità parallele delle quali non si hanno certezze ma solo impalpabili impressioni. Nascono così le serie di   “I Destini”   (Le sabbie, Le terre, E’ solo questione di tempo, I personaggi, Le strade)  tavole di piccolo formato sulle quali l’imprimitura materica viene incisa originando forme che salgono in superficie per sconfinare al di là dei limiti fisici lasciando presumere eventuali vie di fuga (Le sabbie, I personaggi) oppure si articolano in livide campiture cromatiche, strette da linee chiuse, lasciando presagire una netta separazione tra ciò che è stato, ciò che è, ciò che non sarà (E’ solo questione di tempo).Sorprende la capacità dell’artista di servirsi di un processo di semiosi illimitata per concedere al fruitore la facoltà di interpretare  i vari livelli di un discorso che si dischiude con lieve sensibilità. I Destini si snodano come una lunga teoria di sensazioni sospese in una dimensione senza tempo in cui l’ancestrale ricordo di un marasma primordiale si attenua  nelle fluide geometrie di una presente razionalità. Nell’incanto di una materia che prende forma attraverso il segno, il gesto pittorico si fa eloquente per raccontare il destino, la vita, dall’alfa all’omega”.

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