Con l’85% della produzione agricola cuneese che dipende dall’irrigazione è evidente quanto siano a rischio le performance dell’agroalimentare Made in Cuneo, soprattutto in annate di siccità estrema come le ultime che abbiamo vissuto. L’assenza di ghiacciai, grandi laghi o bacini di accumulo nella nostra Provincia rende impossibile immagazzinare l’acqua nei periodi in cui è disponibile per utilizzarla a fini irrigui nei momenti di necessità.
Inoltre, un sistema basato sulla distribuzione a turno fisso dell’acqua alle aziende agricole, anziché sulle reali necessità, ne ostacola l’efficientamento.
La superficie irrigata in Provincia di Cuneo, secondo i dati disponibili, ammonta a circa 100.000 ettari e rappresenta oltre il 35% dell’intera superficie irrigua regionale, con oltre 300 Consorzi irrigui operanti e 55.000 utenze servite da una rete di canali di oltre 3.000 km. Nella Granda operano 18 Consorzi irrigui di II grado che, a loro volta, associano ciascuno alcune decine di Consorzi di I grado. Un sistema preposto alla gestione dell’irrigazione collettiva basato su centinaia di realtà che non possono affrontare singolarmente una sfida ampia e complessa come quella che il cambiamento climatico impone. Per ciò che riguarda i prelievi da corsi d’acqua superficiali, le fonti principali di approvvigionamento sono fiumi e torrenti. A integrazione dei prelievi effettuati dai corsi d’acqua superficiali, nel tempo sono stati realizzati numerosi pozzi per uso irriguo/zootecnico, uno sfruttamento motivato anche dal fatto che in Provincia di Cuneo non sono presenti grandi laghi o invasi che consentano l’immagazzinamento dell’acqua.