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Sabato 27 aprile 2024

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Stop alle retribuzioni degli specializzandi che lavorano nelle unità di raccolta sangue

Le associazioni di volontariato del Piemonte in allarme per il regolamento approvato dal Governo, si teme la defezione con consguente carenza di sangue per chi ne avrà bisogno

La Guida - Stop alle retribuzioni degli specializzandi che lavorano nelle unità di raccolta sangue

Torino – Allarme tra le associazioni dei volontari del sangue del Piemonte per lo stop alle retribuzioni degli specializzandi che prestano servizio nelle unità di raccolta, deciso da un regolamento del Governo. È quanto riportato in aula durante i question time, dal consigliere Pd Maurizio Marello che ha interrogato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi per sapere quali provvedimenti la giunta e l’assessorato intendano adottare per evitare il rischio di defezione e la conseguente carenza di sangue per i cittadini che ne hanno bisogno.
“Hanno ragione le associazioni – ha dichiarato Icardi in aula – il Piemonte nell’ambito della riunione plenaria del Sistema Trasfusionale italiano, tenutasi a Roma lo scorso 20 novembre, ha espresso preoccupazione per l’impatto sulla capacità di raccolta di sangue conseguente alla ‘collaborazione volontaria a titolo gratuito e occasionale’ di medici abilitati e iscritti alla scuola di specializzazione o al corso di formazione in Medicina generale”.
Per tale categoria di medici, infatti, il regolamento sancisce una incompatibilità ad avere ulteriori incarichi libero professionali con conseguente rischio di blocco assoluto della raccolta, soprattutto in regioni, come il Piemonte, dove la raccolta è prevalentemente associativa. “Il regolamento – prosegue Icardi – è causa di gravi criticità e quindi sulla possibilità di garantire i Lea trasfusionali ai pazienti, su tutto il territorio nazionale. Per questa ragione, le strutture di coordinamento regionali, compresa quella piemontese, ne hanno chiesto unanimemente la revisione. Il direttore dell’ufficio ministeriale preposto si è fatto portatore dell’istanza presso il Ministero ed io mi farò promotore di una richiesta di una revisione in sede di Commissione Salute della Conferenza delle Regioni”.
“Mi auguro – ha commentato il consigliere Maurizio Marello – che il Ministero della Salute chiarisca al più presto i dubbi interpretativi sul Decreto e si confronti con le associazioni. Da maggio, per gli specializzandi era possibile prestare la propria collaborazione volontaria e occasionale, con contratto libero-professionale, agli enti e alle associazioni. Tale attività veniva permessa nell’attesa di un regolamento che, oggi, sembra ribadire esattamente il contrario di quanto avrebbe dovuto disciplinare”.
Sul tema era intervenuto nei giorni scorsi anche Mauro Calderoni, sindaco di Saluzzo e segretario provinciale Pd Cuneo “Come avranno notato molti donatori di sangue, sono numerosi i centri prelievo che si basano sul lavoro degli specializzandi che, fuori orario lavorativo, prestano servizio dietro un compenso. Con il nuovo decreto dei ministeri dell’Economia, della Salute e dell’Università, ciò non sarà più possibile se non a titolo gratuito: una pretesa impossibile e anche ingiusta, considerate le responsabilità professionali. Nella nostra Regione, i prelievi sono a rischio in almeno metà dei centri: che ne sarà, ad esempio, delle sei convenzioni attive all’ospedale di Cuneo e di quelle di Savigliano, tra cui l’accordo con l’Università che si sta chiudendo in questi giorni? I vertici nazionali delle due principali associazioni di donatori, Avis e Fidas, si sono già espressi in maniera contraria esprimendo dubbi e perplessità: è mai possibile che il governo Meloni sia stato così superficiale, mettendo a rischio il sistema delle donazioni di sangue e plasma? In un Paese dove per l’invecchiamento della popolazione è sempre più difficile reperire sacche di sangue, questo governo ha pensato ai costi e ai rischi di incrementare l’importazione dall’estero?”.

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