Cuneo – “Cura il pronto soccorso che il pronto soccorso cura te”. Con queste parole si è conclusa la tavola rotonda che ha chiuso il congresso di medicina d’urgenza, “La medicina d’urgenza in… Granda” che si è tenuto ieri venerdì 24 novembre a Cuneo allo Spazio incontri della Fondazione Crc.
L’imbuto del pronto soccorso, l’appropriatezza degli accessi, ma anche il personale, il ruolo sociale che un servizio fondamentale dell’ospedale Santa Croce e Carle per la città e per la provincia. Di tutto questo e di altro si è parlato al tavolo sul rapporto fra la società civile e la medicina d’urgenza tra la sindaca Patrizia Manassero, il consigliere della Fondazione Ospedale di Cuneo Luigi Salvatico, Massimo Macagno, presidente del Csv, Lorenzo Marino, medico di base e segretario provinciale della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale, e il direttore della medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Aso Santa Croce e Carle di Cuneo, Giuseppe Lauria. Un confronto che partendo dai numeri, i 63.000 i passaggi al Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Croce e Carle ogni anno, che significa una media di 173 persone al giorno di cui 110 sono codici verdi e bianchi, con 40 pazienti visitati in turno notturno di 12 ore, è arrivato a spiegare quale ruolo ha il Pronto Soccorso in un ospedale non solo in una città. Punto di riferimento per tutti, per le criticità ma anche per le persone fragili, come è stat sottolineato da Macagno del Csv, e per le persone che sanno di poter contare su professionalità e serietà che trovano 24 ore su 24, in una situazione di ansia e di insicurezza che, come ha sottolineato il dottor Salvatico, è soltanto aumentata esponenzialmente con il Covid. Ma la sindaca Manassareo ha parlato anche di responsabilità politica e di necessità di “salvare la sanità pubblica per evitare gli esempi dei pronto soccorsi privati” (vedi l’ultimo caso e il primo in Piemonte a Tortona, ndr), mentre Lauria e Marino hanno sottolineato l’importanza delle rete tra sanità ospedaliera e quella del territorio, tra l’urgenza e l medicina territoriale.
“Il pronto soccorso – ha concluso Lauria – è un bene comune fondamentale che tutti dobbiamo difendere. Ma ci sono due pilastri che sono fondamentali per migliorare ili ervizio: l’organizzazione su cui la sanità fa ancora tanto fatica ed è spesso indietro e l’informazione ai cittadini”.