Se si pensa che il titolo così stringato abbia un che di misteriosamente inquietante, come nella tradizione dei film horror, non ci si sbaglia affatto. Benvenuti nell’universo di Amazon, l’azienda che a ogni ora del giorno ha in mano la bacchetta magica per rispondere a ogni esigenza, in grado di soddisfare in pochissimo tempo ogni nostro desiderio e farci così sentire comodamente spiaggiati nel paese della cuccagna. Per chi, come l’autore del saggio invita a fare, guarda un po’ più a fondo si trova però a vagare più in un incubo che in un grande magazzino.
È una dimensione del capitalismo industriale che, dice l’autore, finora è stata sottovalutata. Alla base di tutto c’è infatti il concetto che la merce è niente senza la sua circolazione. Amazon è questo anello senza del quale la catena che unisce produzione e consumo naufraga. Anzi da un lato è l’esaltazione stessa del consumo, mentre si atteggia a definitiva consacrazione dello strapotere dei “media logistici”.
Quel che è il fiore all’occhiello di Amazon, rappresenta anche il suo lato disumano. Una paradossale realtà governa questa struttura dalla mirabile perfezione in cui ogni passaggio è codificato, guidato da algoritmi impietosi: “La tecnologia codifica, interpreta e gestisce, ma la vera macchina è l’essere umano: tutto viene eseguito manualmente”. Lo scarico della merce, lo stoccaggio nella “torre” dalle migliaia di piccoli spazi, il prelievo dell’oggetto ordinato, il suo confezionamento e spedizione: tutte operazioni eseguite dagli addetti guidati da computer che lavorano altrove, magari oltreoceano, e che sanno perfettamente dove ogni più piccolo oggetto si trova in uno dei grandi centri sparsi nel mondo.
Eppure è proprio la mano dell’uomo a essere vanificata dalla “tirannia dell’algoritmo”. È l’esasperazione del taylorismo, di un’organizzazione perfetta del lavoro che recupera e reinveste ogni secondo del tempo-lavoro a cui si sacrifica la libertà del lavoratore, la sua salute mentale e fisica messe a dura prova dall’ossessione delle scadenze.
Il libro, sempre guidato da un rigore che non si abbandona mai alla polemica, racconta così un viaggio allucinante nell’universo di Amazon. Si tiene lontano da facili stereotipi per scandagliare invece l’orizzonte entro cui prospera Amazon perfetto modello di efficienza produttiva, camaleontica azienda che impone ai suoi dipendenti, senza scrupolo alcuno, il senso di appartenenza, contrabbandando lo sfruttamento del precariato con l’ennesima favola del lavoro fonte di emancipazione.
Il Magazzino
di Alessandro Delfanti
Editrice Codice
euro 22
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