Roma – “La presenza della memoria di questi due testimoni che si aggiungono, ci ricorda l’esortazione della Lettera agli ebrei. Circondati da tanti testimoni, fratelli e sorelle, continuiamo con perseveranza a percorrere le vie del mondo benedicendo, ossia comunicando il Vangelo a tutti, particolarmente ai più deboli e non attutendo mai la nostra voce per proclamare il Vangelo dell’amore e della pace”.
Con queste parole pronunciate da Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, venerdì 10 novembre, sono state accolte le reliquie dei Beati don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo a Roma, nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola. Questo santuario è la sede del Memoriale dei nuovi Martiri del XX e XXI secolo. All’interno sono presenti le “testimonianze” di vita, tra gli altri, del Vescovo Oscar Romero, del Cardinale Jesus Posadas Ocampo e di molte altre vittime dell’odio.
La delegazione bovesana ha consegnato un pezzo di legno carbonizzato, recuperato dal luogo del martirio di don Giuseppe e la lettera di don Mario scritta ai soldati al fronte.
Nel suo intervento don Bruno Mondino ha sottolineato una “coincidenza”. A Boves, luogo in cui riposano Bernardi e Ghibaudo, è presente infatti una reliquia dell’Apostolo Bartolomeo. Ora, quasi come in un ideale scambio avvenuto dopo molti secoli, il segno concreto della presenza dei sacerdoti bovesani è nella Basilica romana.
“La nostra parrocchia – ha commentato don Mondino – è intitolata a San Bartolomeo. Ma non solo. Abbiamo una reliquia di San Bartolomeo che arriva proprio da qui. Per noi S. Bartolomeo è il protettore contro la paura. E’ il Santo che ci da coraggio. La reliquia di San Bartolomeo ha dato sollievo a tantissime persone nei secoli. Anche don Giuseppe ha uno scritto bellissimo su San Bartolomeo e il Martirio visto come modo per gridare a Dio il suo amore più forte”.
Un messaggio forte ed attuale che rimanda al pensiero di Papa Francesco che ha voluto istituire appositamente una Commissione dei Nuovi Maritiri in vista del Giubileo del 2025.
“Il martire – dice Francesco – può essere pensato come un eroe, ma il fondamentale del martiere è che è stato un graziato: c’è la grazia di Dio, non il coraggio, quello che ci fa martiri”.
Foto e video di Gian Cerato