Peveragno – Sono ancora visibili sulla collina di Madonna dei Boschi ad un’altezza di circa settecento metri, i ruderi del sito di Forfice, il villaggio dominato dal Castello, situato a circa due chilometri di distanza dal concentrico. Il luogo si trova al termine dell’antica via Morozza, strada che collegava queste terre alla vicina Morozzo. Risalente all’epoca medievale, era composto dal castrum alla sommità del poggio, dalla villa localizzata sul pianoro alla destra idrografica del torrente Josina e da un borgo non fortificato sulle pendici sud-est del castrum. Il nome di Forfice compare per la prima volta in un documento del 1153, nel quale si parla di Furcaldo di Forfice, anche se verosimilmente il borgo è sorto tra il 1041 e il 1153. Il nome (forfex, forbice) si deve alla particolare conformazione della valle, che si biforca in due vallette più anguste, per il frapporsi di una propaggine della Bisalta.
Forfice fu edificata probabilmente nell’intento di controllare un’importante strada diretta in Provenza. Verso la fine del 1200, per cause ancora ignote, il borgo di Forfice scompare dai documenti. Rimarrà indicato solamente il borgo di Peveragno (citato per la prima volta in un rogito notarile datato 25 settembre 1299). È cosa certa che i suoi signori si trasferirono nel nuovo centro, come dimostra l’effige ancora visibile su un pilastro di un’abitazione posta in piazza Santa Maria.
Per un certo periodo (almeno fino al 1356) Peveragno e Forfice formano una sola comunità. Successivamente, probabilmente a causa dell’incremento demografico, rimarrà solo Peveragno, situata in un territorio “più facile” dove la vita e la difesa risultano più agevoli. Ai tempi della sua fondazione, Peveragno con i territori limitrofi, era di proprietà del Vescovo di Asti e faceva parte del distretto di Cuneo.
Nel periodo compreso fra il 1369 ed il 1396 è di proprietà dei Marchesi di Monferrato. E’ in questo periodo (precisamente al 1384) che si devono far risalire i primi Statuti Comunali, sottoposti ed approvati dal Marchese Teodoro II di Monferrato.
Nel 1396, dopo lotte protrattesi alcuni anni, passa agli Acaia ed in seguito, nel 1419 ai Savoia che ne manterranno il possesso definitivo, esercitando il potere attraverso Signori locali e rappresentanti da loro nominati (i Vicari).
Attualmente rimangono visibili i resti del Castello, la Cappella di San Pietro in Forfice e il Santuario della Madonna dei Boschi, oltre a molti toponimi che ricordano la presenza del borgo (rio Borgarello, Madonna del Borgato, via Morozza).
Il Castello è facilmente raggiungibile in pochi minuti a piedi partendo dai pressi del Santuario di Madonna dei Boschi. Oltrepassato il ristorante da Marisa, si imbocca la strada sterrata via Fontana Cappa e la si percorre per circa duecento metri, prima di svoltare a sinistra sul sentiero “oltre castel Forfice” che si inerpica sulla collina. Dopo quattrocento metri sulla cima del poggio è possibile scorgere i ruderi del castello.
La distanza da attraversare è di circa novecento metri, per un’altitudine massima di 761 metri, minima di 698 e un tempo di percorrenza a piedi di quindici minuti. Difficoltà contrassegnata dal colore verde, che diventa arancione nell’ultimo breve tratto.
In alternativa, è possibile partire dal concentrico del paese, percorrendo parte dell’antica via di collegamento del castello con Morozzo.