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Lunedì 29 aprile 2024

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“Cirio dica dove vuole fare il CPR in Piemonte”

Il segretario regionale PD Domenico Rossi commenta la decisione di consentire l'apertura di un centro di permanenza e rimpatrio per migranti irregolari in Piemonte

La Guida - “Cirio dica dove vuole fare il CPR in Piemonte”

Torino – Domenico Rossi, segretario regionale del PD, commenta con sarcasmo gli sviluppi della problematica migranti, in particolare la scelta del presidente Cirio di dare il via libera alla realizzazione di un centro di permanenza e rimpatrio per i migranti irregolari in Piemonte: “Meloni chiama e Cirio scatta sull’attenti…cosa non si fa per la riconferma di una candidatura a Presidente. Mentre Zaia e Fontana, dimostrando autonomia, si dicono contrari o dubbiosi e pretendono di essere coinvolti nel piano del Governo, Cirio si dice d’accordo dimenticando che 4 anni fa, con un Governo di diverso colore, era contrario e scordando di dire, per non scontentare nessuno, dove costruirebbe questo nuovo hub di accoglienza”.

“Il fenomeno migratorio è complesso e la trovata degli hub è un provvedimento tampone sbagliato che non fa altro che scaricare il problema sulle Regioni e a cascata sui Comuni. Rappresenta la resa del Governo sulla gestione del problema e manifesta la competizione interna tra Lega e Fdi in chiave elettorale: un duello le cui vittime sono le nostre comunità e i migranti. E’ facile fare politica a colpi di annunci ma, ogni qualvolta la destra si trova a governare, peggiora la situazione. Il PD nazionale ha messo in campo proposte serie e concrete, che mettono al centro l’Europa perché il peggior nemico di una buona gestione dei migranti è il sovranismo. Serve, infatti, l’Europa politica per giocare un ruolo da protagonisti in Africa e non subirne solamente le crisi”.

“Occorre, perciò, riformare il regolamento di Dublino, per non lasciare soli i Paesi di primo approdo  – prosegue Rossi – e imporre l’obbligo alla redistribuzione interna nell’Ue che per primi i sovranisti non vogliono. Si predisponga una missione Mare nostrum europea per salvare vite ed evitare che Lampedusa divenga un hub naturale. Si investa, con il coinvolgimento delle Nazioni Unite, su progetti e politiche nei Paesi di provenienza che consentano di fornire un’alternativa vera alle migrazioni. Così come è fondamentale investire sui canali d’accesso legali che sono l’unico metodo di contrasto al traffico di esseri umani e che possono dare una mano anche ai settori produttivi del Paese sempre più in difficoltà per la manodopera. Si superi la legge Bossi-Fini con una nuova legge quadro sull’immigrazione. Più di tutto si lavori ad un serio piano costruito insieme a regioni e amministratori per un’accoglienza diffusa”.

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