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Lunedì 29 aprile 2024

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Le suggestioni della poesia per momenti inesprimibili

“Tanto quanto ogni weekend è breve”: in una breve antologia è raccolta l’esperienza del morire

La Guida - Le suggestioni della poesia per momenti inesprimibili

Una manciata di poesie ritraggono l’autore sull’incerto crinale che separa la vita dalla morte. Non è contemplazione esterna, bensì intima esperienza. Quella esperienza della morte personale, impossibile perché sempre esperienza della morte altrui, diventa esperienza del morire, questa sì vissuta con intensità, senza infingimenti o retoriche di sorta.

Pare d’essere sempre nell’“attimo prima che s’addormenti il giorno”. Sospesi, in attesa dell’incontro fatale, mai espresso però in termini drammatici. L’eccesso è estraneo a questi versi, sempre pacati, sempre riflessivi, come una voce flebile che guarda il giorno della vita senza cercare di fare conti, di chiudere porte. Anzi, è come una foglia ormai accartocciata “eppur sta appesa al ramo e non si stacca”.

Segna i componimenti una persistente dialettica tra corpo e intimità. Nel fisico la morte si manifesta subdola e infida svuotandolo come una foglia nelle cui “occluse nervature” non scorre più linfa. Fa esperienza di fragilità: “quando la sorte tira un filo/tutta la stoffa si scuce”. È come il vecchio cigno che “non sa più mantenere/il suo rango nell’acqua”. Sente che è finito il tempo in cui “la terra era solida” e si poteva danzare con fiducia.

Eppure in questi momenti l’autore rilegge ed esprime quanto vive dentro di sé: “ora posso tastare il polso delle cose”. Sono versi che non nascondono il dolore, “quanto mi costa in singhiozzi ogni parola scritta”, la paura, “che li vorrebbe altrove/dal luogo in cui si può morire”, la fatica di vivere questa situazione limite. Colgono in una sorta di distanza gli sguardi intorno, l’affaccendarsi per le ultime cure: “Non sanno che per quanto rapidi si corra/per prima – sempre – giungerà la morte”.

Eccola dunque evocata esplicitamente la convitata silenziosa. Se c’è bisogno di un’immagine, ben si presta la Morte del “Settimo sigillo” per dire la sua presenza ineludibile, che rimane comunque “baro di professione”. Oppure diventa la Bestia da cui si tenta invano di fuggire, per esprimere l’umano sconforto davanti al vanificarsi del proprio cammino.

Di tanto in tanto affiorano sprazzi di vita. È l’amore per la figlia mai nata o l’incontro che riempie di senso le giornate per cui soltanto si può benedire “ogni pensiero di te è una preghiera/per meritarsi il Paradiso”. Sono momenti passati al vaglio di un futuro dal respiro breve sotto mantello pesante dell’ultimo respiro che si sente vicino, ma che mai sfocia nell’urlo disperato.

Sono pensieri che solo le suggestioni del linguaggio poetico poteva esprimere senza banalizzarle, anzi conservando per loro quel senso di sacralità che permea ogni momento cui si fa riferimento.

L’edizione postuma delle poesie di Guido Zolfino viene presentata sabato 1° aprile alle 18 presso Casa Delfino con il poeta Roberto Mussapi.

Tanto quanto ogni week end è breve

di Guido Zolfino

Editrice Algra

euro 7

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