Montaldo Mondovì – “Non abbiamo elementi oggettivi. In casa del sospettato non abbiamo raccolto documenti che accertano il suo stato di salute”: lo ha detto ieri il colonnello Giuseppe Carubia, che ha coordinato le ricerche di Sacha Chang, 21enne accusato di duplice omicidio a Montaldo Mondovì.
Alcune indiscrezioni, nelle ore immediatamente successive l’accaduto, avevano diffuso l’ipotesi che si trattasse di un ragazzo affetto da problemi psichici, tuttavia in casa di Lambertus Ter Horst (il proprietario dell’abitazione presso cui Sacha era in vacanza con il padre Chainfa) non sono stati trovati né documenti, né farmaci.
Questo aspetto è rilevante per le conseguenze del processo: in caso di mancanza di intendere e di volere potrebbe essere condannato ai domiciliari e quindi tornare in Olanda, in caso di salute regolare invece sarebbe processato – ed eventualmente incarcerato – in Italia.
Al momento Sacha si trova nella casa circondariale di Cerialdo, dove è in attesa dell’interrogatorio con il Giudice delle indagini preliminari.
Si ricorda che, fino al terzo grado di giudizio, Sacha Chang è da ritenere giuridicamente innocente.