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Sabato 2 novembre 2024

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Morto Guido Bodrato, cuneese di origine, a lungo parlamentare Dc

È morto a 90 anni è stato parlamentare ed europarlamentare, e direttore de Il Popolo

La Guida - Morto Guido Bodrato, cuneese di origine, a lungo parlamentare Dc

Cuneo – È morto all’età di 90 anni, Guido Bodrato, storico dirigente della Democrazia Cristiana e a lungo parlamentare. Cuneese di origine, era nato a Monteu Roero, Bodrato si era laureato in giurisprudenza a Torino, dove poi ha vissuto, ed è stato ricercatore universitario in economia. Iscritto al Movimento Federalista Europeo, è stato eletto deputato al Parlamento italiano per sette legislature dal 1968 al 1994 e poi al Parlamento europeo dal 1999 al 2004, dopo essere stato a lungo consigliere comunale a Torino. È stato insieme a Donat-Cattin, il leader della corrente democristiana Forze Nuove e poi stretto collaboratore di Benigno Zaccagnini e fondatore (insieme a Martinazzoli, Galloni, Granelli, Elia e altri) dell’Area Zac.
Ha ricoperto l’incarico di ministro della pubblica istruzione dal 1980 al 1982 (nei governi Forlani I e Spadolini I e II); dal 1982 al 1983 è stato ministro del bilancio e della programmazione economica nel V governo Fanfani. Dopo l’esperienza di vicesegretario unico della Democrazia Cristiana (dapprima con la segreteria De Mita e poi con quella Forlani, ai tempi della quale ha contrastato in particolare la legge Mammì sul sistema radiotelevisivo), è rientrato al governo (Andreotti VII, dal 1991 al 1992) come ministro dell’industria e commercio. Commissario della Dc a Milano all’epoca della bufera di Tangentopoli, ha sostenuto il rinnovamento voluto dalla segreteria Martinazzoli e ha appoggiato il passaggio al Partito Popolare Italiano. Nel Parlamento europeo è stato il capodelegazione dei Democratico Cristiani Italiani nel Partito Popolare Europeo e tra i fondatori, insieme al francese François Bayrou, del Gruppo Schuman. Con i popolari francesi, catalani e belgi, ha deciso nel 2004 l’uscita dei democristiani dal PPE, ritenendo impossibile il connubio con i conservatori.
Dall’ottobre 1995 al 1999 è stato direttore politico del quotidiano Il Popolo.

 

 

 

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