“Montagna eterna…come no! Nient’altro che una truffa degna di un volantino dell’ufficio turistico. All’inizio della mia carriera, ci sono cascato anch’io”. Siamo sinceri, da un guardaparco ci si aspetterebbe ben altre considerazioni. Di questa disillusione però Franck Verbier porta le ragioni: “non c’è alcuna speranza che un paesaggio così glorioso e isolato possa evitare di ritrovarsi calpestato da un paio di suole Vibram. L’uomo è un conquistatore insaziabile”.
Anche per questo non reagisce bene quando il suo dirigente gli annuncia l’arrivo di una spedizione archeologica alla ricerca di tracce che confermino il passaggio di Annibale proprio alle pendici del Monviso: “il mondo intero vuole conoscere la verità… Tranne me”. Dovrà ricredersi sui giovani studenti che sgobbano nella campagna di scavi, ma ciò non intaccherà il suo sguardo sospettoso, perché già prevede una pubblicità dannosa all’ambiente.
Lo inquieta la visita del professor Charlier, che lo mette in guardia su commerci di animali in via di estinzione. L’incredulità svanisce bruscamente quando deve correre dietro a uno dei trafficanti che probabilmente si è impadronito di un esemplare delle “sue” salamandre di Lanza.
L’intreccio si fa più complesso con archeologi poco corretti, una violenta aggressione e trafficanti insospettabili. L’autore mette dunque insieme in un cammino parallelo le presunte tracce di Annibale e il reale commercio di specie protette. Un incrocio di persone che della montagna certo non vivono i maestosi spazi, quasi a dar ragione alla disillusione del guardaparco.
I predatori del Monviso
Nicolas Crunchant
Fusta
16,90 euro