Cuneo – Una provincia che vale il 15% dell’intera economia piemontese e che produce oltre l’1,1% della ricchezza nazionale, un territorio che lo scorso anno ha attirato 1.850.000 turisti (quasi un terzo in più dell’anno prima) e che con un export a quota 10 miliardi ha raddoppiato i risultati che appena qualche anno fa superavano le aspettative. E se la disoccupazione, già a livelli fisiologici, segna ancora un calo (3,7% con occupazione superiore alla media nazionale per dieci punti percentuali) ecco che il quadro si fa potente, nei numeri emersi dal Rapporto Cuneo 2023 presentato nella mattinata di oggi (lunedì 29 maggio) dalla Camera di commercio.
“Potrebbe sembrare un paradiso ma non lo è del tutto – ha detto il presidente Mauro Gola – perché sulla nostra economia pesa da decenni il problema infrastrutture, accanto all’andamento generale degli ultimi due anni e con un’inflazione che preoccupa di più. Facciamo i conti con un’economia raffreddata sui consumi interni, anche nel rallentamento della filiera edilizia per le questioni bonus e mutui; per fortuna, fa da contraltare un export fortissimo che mitiga il calo interno. Operiamo in filiere lunghe che oggi sono forti e contiamo su fondamentali economici solidi per la nostra provincia. Il ruolo delle istituzioni può essere quello di sensibilizzare i vari attori per sostenere uno sforzo collettivo così grande e per guardare con più ottimismo al futuro. Ne abbiamo gli elementi”.
E in coda a questa riflessione, una battuta emersa nel dibattito successivo: “Ci mancano i collegamenti stradali. Se avessimo le infrastrutture, faremmo impallidire i cinesi… sui mercati internazionali ci sarebbe ancora una C, ma quella di Cuneo, non della Cina”.