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Lunedì 25 novembre 2024

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Le ripercussioni del conflitto in agricoltura

Il 34% delle aziende agricole in Italia è ora costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo

La Guida - Le ripercussioni del conflitto in agricoltura

Cuneo – Le difficoltà si estendono dalle tavole alle campagne dove – sottolinea la Coldiretti – oltre un terzo delle aziende agricole (34%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, mentre il 13% è addirittura in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, secondo il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), che evidenzia i forti aumenti dei costi di produzione.

Nei campi e nelle stalle nell’ultimo anno si sono registrati aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione. 

Gli aumenti riguardano anche l’alimentare, con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica.

Secondo Coldiretti vanno raddoppiate da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa.

Nell’ambito del Pnrr Coldiretti ha presentato progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti. 

Un impegno che ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori e il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali.

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