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Venerdì 10 maggio 2024

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Mattarella terzo Presidente della Repubblica in vista a Borgo San Dalmazzo

Il 18 settembre 1948 nella cittadina giunse Luigi Einaudi, poi, il 19 settembre 2003, arrivò Carlo Azeglio Ciampi

La Guida - Mattarella terzo Presidente della Repubblica in vista a Borgo San Dalmazzo
Il Presidente Carlo Azeglio Ciampi in visita ufficiale a Borgo San Dalmazzo

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in visita ufficiale a Borgo San Dalmazzo

Sergio Mattarella sarà il terzo Presidente della Repubblica a visitare Borgo San Dalmazzo.
Il primo fu Luigi Einaudi che il 18 settembre 1948, dopo la visita a Cuneo, volle fare tappa a Borgo per rendere omaggio a una delle realtà imprenditoriali più significative del territorio, la grande tipografia Bertello.
Così raccontarono l’evento le cronache del tempo: “Tra le accoglienze festosissime delle maestranze tutte al lavoro, il Presidente della Repubblica visitava i vari reparti accompagnato dal Comm. Bertello, che gli illustrava le diverse macchine tipografiche tra le quali la recentissima macchina Collatrice e Copritrice di cui egli stesso è stato l’ideatore.
Nell’occasione il Comm. Bertello consegnava al Prefetto di Cuneo la somma di lire 200 mila di cui 67 mila raccolte fra le maestranze, quale offerta a favore dei danneggiati dalle recenti alluvioni”.
Più recente, e ancora viva nella memoria di molti borgarini, la visita effettuata da Carlo Azeglio Ciampi. La data era quella del 19 settembre 2003, scelta per commemorare il 60° anniversario della deportazione degli ebrei di St. Martin Vésubie.
Il corteo presidenziale, proveniente da Boves, arrivò poco dopo le 11 in piazza Don Viale, dove centinaia di persone erano in attesa, accalcate dietro le transenne pavesate con il tricolore.
In quell’occasione Ciampi pronunciò parole di omaggio e riconoscenza nei confronti della popolazione di Borgo e delle valli che si era prodigata per mettere in salvo decine di perseguitati.
“Qui – disse il Presidente -, in quello che fu uno dei campi di concentramento sparsi in tutt’Europa, ricordiamo reverenti i morti, vittime della Shoah. Ma oggi ricordiamo anche quelle centinaia di Ebrei di diverse nazionalità che, dopo avere valicato le Alpi al seguito e sotto la protezione delle nostre unità in ritirata, trovarono nei casolari sparsi delle vostre valli la salvezza, in un’Italia, in un’Europa che assisteva impotente allo sterminio di milioni di loro correligionari. I nomi di coloro che li salvarono, sono, in gran parte, ignoti o dimenticati. Ma essi non cercavano la gloria; davano soltanto prova del loro spirito di carità: uomini e donne che divisero con sconosciuti, la cui vita era in pericolo, quel poco che avevano per vivere: quel ‘pane che non c’era’”.

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