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Lunedì 29 aprile 2024

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L’agrivoltaico: colture, allevamenti e fotovoltaico

Incentivi per una formula innovativa per condividere l’energia solare con le pratiche agricole

La Guida - L’agrivoltaico: colture, allevamenti e fotovoltaico

Con il termine agrivoltaico si definisce il connubio tra agricoltura e energia fotovoltaica, ovvero produrre sullo stesso terreno, ortaggi, frutta ma anche allevamento e in contemporanea anche energia elettrica con i pannelli solari fotovoltaici. 

Una formula innovativa per condividere l’energia solare con le pratiche agricole, con impianti fotovoltaici a terra dove si pratica la coltivazione del fondo a fini agricoli o l’allevamento. L’agrivoltaico si inserisce con favore in questa periodo epocale, in cui emerge il cambiamento climatico, la scarsa disponibilità della risorsa acqua per le colture agrarie e la dipendenza  energetica da fonti fossili di provenienza russa, diventata molto critica con l’avvio del conflitto in Ucraina. 

La presenza dei pannelli fotovoltaici sui terreni coltivati è positiva, in quanto l’effetto ombreggiante, riduce in parte l’insolazione diretta sulle colture e quindi lo stress termico, migliorandone le performance produttive, contenendo anche il consumo idrico delle singole piante. 

Da alcune prove sperimentali, sembra che le colture si avvantaggiano della presenza dei pannelli fotovoltaici e del loro ombreggiamento con incrementi produttivi che possono arrivare anche a un +20%. Ovviamente non tutte le colture sono idonee, ma solamente quelle di altezza contenuta, come le foraggere, le erbe aromatiche, le orticole o i piccoli frutti. 

Gli impianti agrivoltaici sono stati regolamentati inizialmente con il “Decreto-Energia” (D.L. 17/22), noto per aver fissato in bozza, il limite massimo di occupazione, pari al 10% della superficie agricola nella disponibilità dell’azienda, eliminato poi in fase di approvazione definitiva. Ulteriori semplificazioni rivolte ad incentivare la diffusione degli impianti agrivoltaici sono state introdotte nel D.L n. 13/2023 pubblicato il 24 febbraio 2023, all’art.49 sono state introdotte alcune semplificazioni in materia di impianti agro-fotovoltaici, i quali vengono considerati manufatti strumentali all’attività agricola e sono liberamente installabili se sono realizzati direttamente da imprenditori agricoli. 

A breve dovrebbe uscire un bando specifico, rivolto ad assegnare 1,1 miliardi di euro del PNRR con contributi a fondo perduto per la realizzazione di impianti agri-voltaici, con l’obiettivo di installare entro il 2026 un numero considerevole di impianti per un complessivo di 1,04 gigawatt, e una produzione di circa 1.300 gigawattora annui.

Produrre energia mantenendo i terreni coltivati, magari recuperando anche aree marginali e abbandonati del nostro paese è un aspetto sicuramente positivo, inoltre gli operatori del settore primario andrebbero a diversificare le fonti di reddito delle proprie aziende in un momento in cui la concorrenza mondiale le sta mettendo a dura prova. Rimane l’incognita che la possibile speculazione del business dell’agrifotovoltaico faccia lievitare i prezzi dei terreni spazzando via dalle campagne le piccole e medie aziende, oltre all’aspetto da non sottovalutare dell’impatto ambientale dei pannelli sul paesaggio, di cui abbiamo ben presente lo scempio generato sul paesaggio rurale con i parchi fotovoltaici realizzati con le precedenti misure di incentivazione al fotovoltaico.

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