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Giovedì 25 aprile 2024

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Fu accusata di tentata estorsione all’ex convivente, è assolta

In due occasioni lei si era rivolta all'uomo dicendo che doveva ottenere la restituzione di 1.500 euro

La Guida - Fu accusata di tentata estorsione all’ex convivente, è assolta

Cuneo – In due occasioni si sarebbe presentata all’uscita dal luogo di lavoro dell’ex convivente per pretendere, con minacce, la restituzione di 1.500 euro. Il giovane di origine romena aveva quindi denunciato la ex fidanzata, A. I., accusandola di tentata estorsione e raccontando al giudice che in realtà lui non doveva niente alla donna: “Avevamo convissuto per circa un anno a Peveragno. Le utenze erano a nome di lei ma io pagavo esattamente la metà delle spese. Quando la lasciai non avevo debiti, eppure lei si presentò per due volte all’uscita dal mio posto di lavoro, tra la fine di ottobre e i primi di novembre del 2020, per pretendere 1.500 euro”. La prima volta la donna si sarebbe presentata con un’amica: “Mi disse che non sarebbe finita bene per me se non le avessi dato i soldi, ma io salii in macchina e me ne andai”, aveva riferito il giovane al giudice. Qualche giorno dopo la donna però si sarebbe ripresentata con due uomini uno dei quali, di corporatura robusta, gli avrebbe impedito di chiudere la portiera dell’auto strattonandola ripetutamente, mentre l’altro, più anziano,  avrebbe gridato che tanto sapevano dove abitava e sarebbero andati a riprendersi i soldi: “Mi spaventai e ritornai dentro la ditta da cui il mio datore poi chiamò i Carabinieri”.
Diversa la versione resa dall’imputata che ha riferito al giudice di aver prestato all’ex 1.500 euro perché lui in quel periodo di Covid lavorava poco: “Gli servivano per andare in Romania e per aggiustare l’auto. Dopo la fine della relazione mi aveva bloccata su tutti i contatti, anche sui social e così andai sul posto di lavoro per chiedergli i soldi. Lui non mi ha neanche considerata e se ne è andato. Mi ero fatta accompagnare da un’amica perché non sapevo come avrebbe reagito. La seconda volta parlai solo io, dissi solo che sarei andata per vie legali per riavere i soldi”.
Secondo l’accusa il tentativo di estorsione era risultato provato solo nel secondo episodio e per questo era stata chiesta la condanna a un anno un mese di reclusione e 222 euro di multa. Per la difesa invece neanche il secondo episodio era stato provato, dal momento che le testimonianze del fratello e di un’altra impiegata erano state molto contraddittorie in merito allo svolgimento dei fatti e per questo ha chiesto l’assoluzione della propria assistita; richiesta accolta dal giudice che ha prosciolto la donna per insussistenza del fatto relativamente al primo episodio e per insufficienza di prove riguardo alla seconda accusa.

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