Mondovì – “C’è bisogno di pioggia, a breve e in modo abbondante, perché altrimenti si prepara un’annata peggiore di quella passata… La siccità ci sta devastando. Siamo preoccupati. Senza acqua l’agricoltura non vive e con le favole non si campa”.
È il grido di allarme lanciato da Fabio Bottero, presidente Cia (Confederazione italiana agricoltori) della zona di Mondovì e titolare di un’azienda di una settantina di ettari a Carrù, la metà dei quali condotti a noccioleto.
Bottero definisce la stagione 2022 “un disastro per tutti i settori”, a causa dell’impennata dei costi energetici e delle materie prime, nonché della siccità, con la resa di cereali e foraggio calata del 50% e gli allevatori costretti ad acquistare il mais per nutrire gli animali all’esterno dell’azienda, pagando costi elevati anche per i mangimi. Si è inoltre perso il 70% delle piante di nocciolo, mentre nei vigneti “l’ha fatta da padrone – continua Bottero – la flavescenza dorata: una malattia che ha causato molti danni”.
Drammatica la situzione delle falde acquifere, abbassatesi, dice Bottero, “di 3-4 metri”, con “sorgenti storiche che ormai si presentano completamente asciutte”. Ne potrebbero derivare, se l’assenza di precipitazioni continuerà, la necessità di cambiare colture (“il mais non può sopportare un altro anno a secco” – precisa Bottero) e anche la difficoltà ad abbeverare gli animali negli allevamenti.