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Venerdì 26 aprile 2024

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Maxi rissa tra condòmini a Mondovì, in quattro sono a processo

Dopo una violenta lite nel giugno 2019 erano stati rinviati a giudizio con l’accusa di lesioni e minacce

La Guida - Maxi rissa tra condòmini a Mondovì, in quattro sono a processo

Mondovì – Da qualche anno tra i vicini di casa di un condominio di via delle Ripe a Mondovì non correva buon sangue; dopo un’iniziale amicizia, l’episodio accaduto durante una festa di compleanno provocò un’incrinatura e successive discussioni fino alla violenta lite dell’11 giugno 2019. “Durante la festa di compleanno di mio figlio – aveva riferito in aula la moglie di uno degli imputati – vidi il suo volto tutto sporco di torta. Era stata la vicina a mettergli la faccia nel dolce, lei diceva come buon augurio, ma noi ci rimanemmo male e da quel giorno mi allontanai da loro”. Di lite in lite, le due famiglie arrivarono ad affrontarsi fisicamente nel pomeriggio dell’11 giugno, motivo per cui A. S., L. N., A. N. e G. T. sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di lesioni e minacce. Stando alla testimonianza di A. S., l’aggressione nei suoi confronti sarebbe scattata perché aveva chiesto al figlio dei vicini, che giocava a pallone davanti casa con un amichetto, di fare meno rumore dato che i suoi figli stavano dormendo: “Il figlio grande dei vicini con la madre mi aggredirono tirandomi fuori dall’auto che stavo cercando di parcheggiare in garage, prendendomi a calci e pugni”. Diversa la versione fornita in aula dalla donna L. N. che ha raccontato di aver visto suo figlio che rientrava in casa spaventatissimo perché il vicino lo aveva minacciato di morte. Nel frattempo era scesa in strada anche la moglie di A. S. che venne aggredita e presa a pugni e calci da L. N. che le distrusse anche il telefono con cui cercava di riprendere quello che stava accadendo. All’intera scena assistete un altro vicino di casa che vide i quattro adulti picchiarsi davanti ai figli piccoli: “C’erano due donne e due uomini che si picchiavano, i bambini erano sullo sterrato in mezzo a calci e pugni. Mi sono preoccupato per loro e li ho portati a casa”. Quando arrivarono i Carabinieri, contemporaneamente a G. T., marito di L. N., videro A. N., figlio di un precedente matrimonio di L. N., scagliarsi ancora una volta contro A. S. e sferrargli un pugno; un particolare che G. T. però, nonostante le numerose sollecitazioni del giudice a riferire tutto quello che sapeva, ha decisamente negato di aver visto. L’uomo non aveva preso parte alla rissa ma è stato rinviato a giudizio per le minacce che avrebbe rivolto all’altro uomo dicendogli che gli avrebbe spaccato il naso come lui aveva fatto con sua moglie; il suo figliastro L. N. è invece stato rinviato a giudizio anche per violazione degli arresti domiciliari, misura cautelare cui era stato sottoposto proprio in quel periodo. Tutti ricorsero alle cure dell’ospedale: A. S. con lesioni a naso, bocca e braccio, L. N. riportò una prognosi di 30 giorni per un pugno al volto. Dopo il vano il tentativo delle difese di produrre una conciliazione fra le parti in causa – tutti nella doppia veste di denunciati e denuncianti – il processo è stato rinviato al 7 luglio per la discussione e la sentenza.

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