Bra – Giorni di agitazione, con assemblee sindacali oggi (venerdì 27 gennaio), per il licenziamento di oltre cento lavoratori “somministrati” presso le aziende braidesi Arpa Industriale e Abet Laminati, a cui le organizzazioni sindacali chiedono di assumersi la responsabilità sociale “nei confronti delle oltre cento famiglie messe in difficoltà dalle loro scelte imprenditoriali”. I gruppi che nei tre sindacati confederali si occupano di queste nuove forme di lavoro (Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp) sono “impegnati da due mesi in una vertenza volta a bloccare i licenziamenti e per ottenere garanzie occupazionali per coloro che sono già stati lasciati a casa” e dicono “basta con i lavoratori ‘usa e getta’ denunciando gli oltre cento recessi da contratti in somministrazione delle aziende Arpa Industriale e Abet Laminati da agosto a novembre”. I sindacati sottolineano anche che “hanno richiesto l’intervento di Provincia e Comune di Bra per convocare in una riunione le due aziende e le rispettive agenzie fornitrici, le istituzioni si sono spese per agevolare tali incontri, le aziende Arpa e Abet non hanno voluto presenziare ma si sono fatte rappresentare da Confindustria Cuneo”.
“Il risultato di questi due mesi di trattativa con le aziende – spiegano ancora i sindacalisti – è invece complessivamente insufficiente seppur con sfumature diverse tra le due realtà: Abet (550 dipendenti nel 2022, con solo 60 somministrati dei 110 presenti fino ad agosto 2022) sta procedendo con un nuovo progetto imprenditoriale che di fatto se rispettato garantirà l’assunzione di precari con il criterio richiesto dal sindacato (maggiore anzianità e professionalità); Arpa invece (350 dipendenti nel 2022, attualmente 100 somministrati rispetto ai 180 somministrati del 2022) pur procedendo ad alcune assunzioni di precari senza rispettare nessun criterio di anzianità e professionalità ha lasciato a casa i lavoratori precari con maggiore anzianità lavorativa, sostituendoli sulle stesse mansioni e professionalità con nuovi lavoratori ancora più precari. Fatto ancor più grave: nella reintroduzione dei 18 turni che stanno per iniziare a fine gennaio rifiuta la richiesta del sindacato far rientrare i lavoratori con molta anzianità che loro hanno lasciato a casa, ma ci confermano prenderanno nuovi lavoratori. Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp chiedono ad Arpa di far rientrare i lavoratori con maggiore anzianità e a sostegno di questa richiesta aprono lo stato di agitazione”.