Cuneo – La siccità e il caldo hanno fatto calare la produzione di miele del 30%. La stagione apistica ha fatto registrare anche un’anticipo del nomadismo verso le zone montane, per cercare di inseguire le fioriture. Nel corso del semestre è intervenuto anche il caro prezzi degli elementi essenziali per le attività degli apicoltori: vasetti di vetro, etichette, cartoni e gasolio. In Piemonte, si è riuscito a produrre il miele di acacia, andando a perdere il millefiori collinare a causa della siccità. Buone anche le produzioni di miele di tiglio, ma solo in pianura, dato che nelle zone montane la grandine di fine giugno ha danneggiato la flora. Come sottolinea Coldiretti, a tutti questi disagi si aggiunge la concorrenza sleale e al ribasso dei paesi esteri, che danneggia il mercato Italiano e in particolare quello della Granda, seconda provincia in Italia per produzione di miele.