La professoressa dell’Università degli Studi di Torino, Valentina Pazè, insegna Filosofia politica, materia prevista al secondo anno del corso di laurea in Scienze politiche e sociali. Dall’anno accademico 2018/19, non solo tiene lezioni presso l’Università ma, andando oltre il monte ore, insegna ai detenuti della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, e da quest’anno anche a quelli del carcere di massima sicurezza “Rodolfo Morandi”, a Saluzzo.
Spesso, il carcere è un luogo lontano dal tempo e dallo spazio, separato e volentieri dimenticato dalla società. Lei e la cultura come siete entrate nei luoghi di detenzione?
All’ingresso, è necessario sottoporsi a controlli, avere un permesso, mostrare la carta d’identità ed il tesserino di riconoscimento e, solo allora, davanti al visitatore, si apre una serie di porte, prima chiuse a chiave. È una cosa che all’inizio, per chi non conosce quel mondo, fa impressione.
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