Achik Tash – Con l’arrivo al campo base Achik Tash a quota 3600 metri entra nel vivo la spedizione italiana che ha l’obiettivo di raggiungere i 7134 metri del Lenin Pik in Kirghizistan. Nel gruppo, composto da 5 alpinisti e 2 guide (di cui una Kirghisa), l’unica donna è la bovesana Federica Pellegrino che, nonostante le difficoltà di connessione, racconta l’inizio di questa avventura.
“Il campo base è bellissimo – spiega senza nascondere l’emozione la Pellegrino -. Fra laghi, stelle alpine e marmotte, abbiamo trovato un ambiente accogliente e comodo. L’avvicinamento è stato lungo con uno spostamento interno al Kirghizistan con un piccolo aereo. Successivamente siamo saliti in jeep per arrivare qui. Abbiamo viaggiato in un paesaggio completamente diverso da quello a cui siamo abituati. Monti rossi si stagliano su un cielo cobalto meraviglioso. Compaiono distese di verde intenso con chiazze gialle. Sarebbe la gioia di un pittore impressionista quest’aria vibrante di colore”.
Nella giornata di martedì inizierà l’operazione di acclimatamento con una sorta di esercitazione su una cima di circa 4800 metri. Da mercoledì gli alpinisti inizieranno l’avvicinamento al Lenin Pik con l’ascesa al campo 1 a quota 4300 metri.
“Tempo permettendo – prosegue Federica – mercoledì trascorreremo la notte al campo 1 nell’ottica di compiere un graduale avvicinamento alla cima”. Per questo, le tappe successive saranno ai 5300 metri del campo 2 e ai 6100 metri dell’ultimo accampamento, quello dal quale si cercherà di raggiungere i 7134 del Lenin Pik. A dettare i tempi dell’ascesa saranno le condizioni atmosferiche.
La spedizione in semi autonomia (con materiale necessario trasportato direttamente dagli alpinisti) non prevede l’utilizzo di ossigeno supplementare. Questo rende l’ascesa più impegnativa e di valore. Per questo motivo sarà fondamentale l’acclimatamento nei vari campi. Il periodo dedicato all’attacco della vetta sarà quello compreso fra il 6^ e il 18^ giorno della spedizione.