Sampeyre – In questi tempi segnati dalla pandemìa, la tradizione è stata solo in parte rispettata. Gruppi di giovani, nel giorno dell’Epifania, sono usciti nelle borgate Calchesio, Villar e Becetto per chiedere la Baìo: dimostrazioni di un grande attaccamento alle tradizioni occitane e anche di un certo dispiacere per la decisione già presa di non fare quest’anno la Baìo. Poi le bandiere non sono uscite per cui la festa millenaria non si farà. A Rore (dove numerosi sono i contagi) e a ‘Piasso’ giovani in strada a ‘chiedere Baìo’ non se se sono visti (qualcuno sostiene che nel capoluogo alcuni di loro sarebbero stati invitati con modi bruschi a non scendere in strada). A ottobre era già uscita la notizia che “la Baìo a febbraio non si farà, a causa delle norme per la pandemia”, dopo una riunione di carattere riservato degli Abà. Con avviso poi affisso sotto i portici del municipio. La Baìo è una delle più importanti feste tradizionali delle Alpi: le sue origini risalgono a prima dell’anno 1000, quando squadre di saraceni, giunte in valle per saccheggiarla, vennero scacciate dalla popolazione locale (anche se non è un fatto storico provato che siano arrivati anche in valle Varaita). Oggi la Baìo è prima di tutto la grande festa della gente di Sampeyre, che segue antichi riti . Cinque i cortei festosi, dai magnifici costumi: sono quelli del capoluogo (‘Piasso’), di Villar, di Calchesio, di Rore e di Becetto. I personaggi dei cortei festosi sono solo uomini, che interpretano anche i ruoli femminili. Non è chiaro al momento quando la rievocazione storica (per diversi studiosi, è la più bella dell’intero arco alpino) sarà riproposta: nel 2023 o fra cinque anni?