Vicoforte – La storia del Santuario di Vicoforte ha origine intorno al 1500 con la costruzione di un pilone votivo dedicato alla Vergine Maria. La tradizione racconta che fu l’omaggio di un fornaciaio che, su consiglio della figlia, ordinò il suo insediamento per ottenere la grazia di una buona cottura dei mattoni. L’immagine, sicuramente opera di una scuola locale, rappresenta Maria in atteggiamento materno insieme al Bambino.
Nel 1592 un cacciatore, Giulio Sargiano, colpì inavvertitamente la sacra immagine, nascosta dalla boscaglia e dagli arbusti. Tale fatto, seppure accidentale, venne considerato nefasto dalla popolazione già decimata da peste e miseria al punto che i vicesi si convinsero a chiedere un aiuto dall’alto. Nel 1594 attorno al pilone fu costruita, ad opera del diacono del vicino borgo di Fiamenga, Cesare Trombetta, una prima cappella in ringraziamento alla Madonna che in breve tempo raccolse intorno a sé un gran numero di fedeli provenienti da tutto il Piemonte. Nel 1595 Mons. Giovanni Antonio Castrucci, vescovo di Mondovì, realizzò una severa inchiesta sulla devozione alla sacra immagine per andare a fondo sui fatti prodigiosi che si diceva avvenissero in tale luogo. Alla fine, autorizzò la devozione e lui stesso andò in pellegrinaggio con la popolazione della città.
Un tale segno di devozione colpì profondamente la moglie del Duca Carlo Emanuele I, figlia di Carlo V di Spagna, che si adoperò per informare i fedeli, al di fuori dei confini nazionali, dei fatti prodigiosi avvenuti intorno a quella cappella. In poco tempo, i pellegrini aumentarono esponenzialmente, incrementando il commercio, lo sviluppo urbano e le ricchezze a tal punto che fu necessario costruire opere urbanistiche di importante rilievo, tra cui un piccolo acquedotto, ormai indispensabile per dissetare la folla di fedeli.
Il Vescovo di Mondovì, stupito da un tale afflusso di pellegrini, si fece promotore della costruzione di un grande tempio della fede. Il progetto venne finanziato dal Duca Carlo Emanuele I che ne appoggiò la realizzazione con lo scopo di farlo divenire in seguito il mausoleo di casa Savoia. La costruzione si scontrò ben presto con gravi problemi statici a causa dell’errata scelta del sito, caratterizzato dalla presenza di strati di terreno argilloso, che obbligarono alla chiusura del cantiere. Nel Settecento, nonostante la scelta dei Savoia di adibire la Basilica di Superga di Torino a mausoleo per la famiglia regnante, avvenne una forte spinta alla ripresa dei lavori che vennero affidati all’architetto monregalese Francesco Gallo che per oltre trent’anni lavorò assiduamente per completare il Santuario. Il giovane Francesco Gallo aveva solo 29 anni ma riuscì a realizzare un tamburo alleggerito da grandi finestrature e nel 1731 progettò la cupola ellittica. Grazie alla particolare luce, ancora oggi gli affreschi sono valorizzati da un’aura quasi mistica. La cupola è alta 74 metri con un diametro di oltre 36 che la rendono la cupola ellittica più grande del mondo con un asse di soli 5 metri inferiore al diametro della cupola di San Pietro in Vaticano.
Dal Santuario alle acque solforose
La Basilica della Regina Montis Regalis s’impone all’esterno non solo per le gigantesche proporzioni ma anche per l’armonia con cui sono coordinati i due suoi successivi momenti architettonici: la parte inferiore è rinascimentale, il tamburo e la cupola sono barocchi mentre i campanili sono eclettici. Dal Santuario, si diparte a destra su di una strada ben segnalata che conduce alla acqua solforose. La via è affiancata da un vialetto alberato con un doppio filare di robinie e tigli, studiato per offrire una piacevole ed ombrosa passeggiata non più lunga di un kilometro. Il viale si snoda infatti, per circa 800 metri, in una zona pianeggiante lungo distese prative e alcune costruzioni sparse. La strada si inserisce poi in una valletta boschiva con un ampio parco dove è ubicato il complesso alberghiero-termale con la fonte delle acque solforose e magnesiache. Le sorgenti di acqua minerale furono scoperte per caso nel 1840 da un ingegnere il quale, dieci anni dopo, decise di iniziare la costruzione dello stabilimento, poi acquistato nel 1870 dal vescovo di Mondovì. I lavori terminarono nel 1891 e lo stabilimento venne inaugurato da Umberto I, re d’Italia. Negli anni Trenta, la stazione climatica passò sotto l’amministrazione del Santuario e in seguito venne concessa a dei privati. Le proprietà delle acque solforose sono molto apprezzate in quanto indicate nella cura degli eczemi, delle oftalmie, dell’otite ed anche della gotta. Il suo uso favorisce inoltre l’azione depurativa del sangue mentre l’acqua magnesiaco-alcalina stimola invece la secrezione dei succhi gastrici ed esercita benefici sulle affezioni di natura artritica. A lato dello stabilimento, è presente una strada che si inserisce nel folto del bosco e, attraverso amene collinette coperte di vigneti, è meta di piacevoli passeggiate collegandosi ad alcuni cascinali in direzione di Moline.
Magnificat
Dal 2015 è possibile provare un’esperienza di visita del Santuario di Vicoforte completamente nuova ed innovativa: Magnificat. Grazie a questo progetto, il percorso alla scoperta della Basilica non è soltanto spirituale ed artistico ma anche visivo. L’associazione di promozione turistica “Kalatà” conduce infatti il visitatore a scoprire i luoghi più suggestivi e nascosti del Santuario ripercorrendo fisicamente gli antichi camminamenti riservati alle maestranze. Salendo attraverso la cupola, basterà alzare la testa per ammirare le pitture fino a raggiungere i 75 metri di altezza del cupolino. Durante il percorso, sarà inoltre possibile scoprire la tecnologia che oggi lavora incessantemente per preservare questo fragile gioiello architettonico. Ad attendere i visitatori in cima, lo splendido panorama sulle Langhe e l’arco alpino che circonda questo straordinario monumento di fede e arte.