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Giovedì 12 dicembre 2024

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Tutti i vincitori del concorso “Giornalista Junior – Premio Gianfranco Bianco”

Hanno partecipato gli alunni delle classi seconde della scuola media di Borgo San Dalmazzo

La Guida - Tutti i vincitori del concorso “Giornalista Junior – Premio Gianfranco Bianco”

Borgo San Dalmazzo – Lisa Giordano (classe 2ªC della scuola media) è la vincitrice del concorso “Giornalista Junior 2021 – 3ª edizione del Premio Gianfranco Bianco”. Al secondo posto Letizia Marsengo (2ªB), al terzo Melissa Piacenza (2ªB). La giuria ha anche assegnato tre menzioni a Nicole Landra (2ªD) e ai lavori di gruppo della 2ªA (Margherita Ghibaudo, Lisa Bernardi e Lisa Chiaramello) e della 2ªE (Evelyn Di Salvo, Aja El Baharaoui, Matteo Messa e Matteo Petrisor).

Tutti hanno ricevuto un buono per l’acquisto di libri, mentre a tutti i partecipanti verrà consegnato un attestato. Il concorso – indirizzato agli alunni delle classi seconde della scuola media di Borgo – è stato indetto dall’amministrazione comunale di Borgo, in collaborazione con l’Unione Montana Valle Stura e l’associazione Nomen Cultura, per ricordare il giornalista di origini borgarine scomparso nel 2016, profondo conoscitore e appassionato delle storie e degli eventi del territorio cuneese che ha saputo far conoscere al grande pubblico.

In gara 69 elaborati, alcuni singoli, altri di gruppo, che hanno sviluppato la traccia “Sulle orme del noto giornalista Gianfranco Bianco amante dei luoghi storici e culturali della sua città anch’io mi soffermo a descrivere un angolo della città di Borgo San Dalmazzo a cui sono legato e che suscita in me particolari emozioni”. I luoghi del cuore più gettonati sono stati Palazzo Bertello (biblioteca e auditorium), Monserrato e il parco del Tesoriere. La cerimonia di premiazione, condotta dalla giornalista Cristina Mazzariello, si è svolta giovedì 3 giugno nel salone della biblioteca, con la partecipazione del sindaco Gian Paolo Beretta e della vice sindaca Roberta Robbione, della Dirigente Scolastica Luciana Ortu, insegnanti di lettere delle classi seconde e Monica Dogliani, presidente di Nomen Cultura. Erano presenti anche le nipoti di Gianfranco Bianco, Ivana e Loredana Lovera.

 

Di seguito il testo di Lisa Giordano che si è classificato al primo posto: la storia della Bertello vista da un’angolatura originale, scelto dalla giuria con la seguente motivazione: “Maturo, scorrevole e personale. Molto evocativa l’immagine della famiglia riflessa in fila indiana sulle vetrate. Emozionante il ricordo dei nonni che lì si sono conosciuti e innamorati”.

 

L’Istituto Grafico Bertello per me è un luogo speciale. Questa enorme fabbrica si trova a poche decine di metri da casa mia, posso dire di essere cresciuta nella sua ombra.

Quando ero più piccola, sbirciavo sempre attraverso le sue enormi finestre a specchio e mia mamma mi doveva richiamare perché mi fermavo a osservare per minuti e minuti e non andavo avanti. Ora, che sono cresciuta, passo a fianco alla Bertello ogni volta che vado a correre con i miei genitori e le mie sorelle: però non mi fermo più a osservarla, ma mi piace guardare sui vetri il riflesso della mia famiglia tutta disposta in fila indiana. Non ci sono legata solo perché si trova vicino a casa mia, ma perché è come se la mia famiglia venisse da lì, ora lo dirò più chiaramente.

Tutto nacque con una piccola stampatrice acquistata da Enrico Bertello nel 1911: all’inizio vi lavoravano quattro operai ed era una piccola attività, con gli anni però crebbe sempre di più e molti borgarini furono assunti come operai, nella sezione Grafica Bertello, infatti negli anni settanta c’erano circa 200 operai. Tra quei dipendenti c’erano anche mio nonno e mia nonna, che lì si sono conosciuti e innamorati!

Mia nonna abitava in quella che adesso è la mia casa. Lei mi racconta che si svegliava sempre alle otto meno venti con il suono della prima sirena della Bertello e per le otto, quando la seconda sirena suonava per avviare l’inizio del lavoro, era pronta in fabbrica. Nonna lavorava in ufficio, mentre mio nonno in reparto. Quando un cliente telefonava per parlare con qualcuno, suonava una campanella nel reparto e, a seconda del tipo di suono, l’interessato sapeva di essere chiamato. Succedeva anche che, alcune volte, la persona interessata si trovasse in un altro reparto e non sentiva subito la campanella, quindi lei correva ad avvertirla ed è per questo che la chiamavano “Piè veloce”. Mi ha anche mostrato delle foto in bianco e nero scattate all’interno della fabbrica e a me sembra di vederla con le sue ballerine e il grembiule nero correre in mezzo ai macchinari alla ricerca della persona chiamata.

Sia mia nonna che mio nonno hanno iniziato a lavorare alla Bertello all’età di quindici anni: mio nonno ha continuato a lavorare fino alla pensione, mentre mia nonna fino alla nascita di mio papà. Ecco perché per me la Bertello è un luogo speciale: le radici della mia famiglia partono proprio da lì.

Evelyn Di Salvo, Aja El Baharaoui, Matteo Messa, Matteo Petrisor

Margherita Ghibaudo, Lisa Bernardi, Lisa Chiaramello

Lisa Giordano

Letizia Marsengo

Melissa Piacenza

Pierpaolo Varrone, Nicole Landra, Roberta Robbione

Nicole Landra

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