Entracque – Gian Pietro Pepino, sindaco di Entracque racconta come il paese ha affrontato l’emergenza, dal primo lockdown di primavera agli ultimi mesi. “È stato un anno difficilissimo, alla pandemia si è aggiunta anche l’alluvione. Siamo una piccola comunità, un microcosmo, ci conosciamo tutti e le difficoltà sono chiare a tutti – dice -. Come Comune abbiamo cercato di fare tutto quello che era nelle nostre possibilità per contenere la diffusione del virus, siamo stati tra i primi a distribuire gratuitamente le mascherine (importate direttamente dalla Cina), ogni mercoledì eseguiamo tamponi antigenici come screening di massa, abbiamo regalato un saturimetro a tutti gli over 70. Ma è indubbio che la parte più fragile economicamente si è ulteriormente debilitata”.
Le difficoltà maggiori si evidenziano nel comparto turistico. “Per i ristoranti e i bar costretti a lunghe e continue chiusure la situazione è drammatica. Un titolare storico che da trent’anni ha il locale può anche riuscire, con enormi sacrifici, a sopportare l’impatto, ma il dipendente stagionale rischia di non sopravvivere. Abbiamo cercato di dare il massimo supporto possibile e stiamo per distribuire aiuti grazie a un contributo statale di 20 mila euro a cui aggiungeremo risorse proprie, ma siamo consapevoli che 700-1000 euro ad azienda in questo momento sono solo un palliativo. L’unica soluzione che intravedo per uscirne è che il vaccino arrivi presto e funzioni”.
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