Castelmagno – Marco Vittori gestisce il rifugio Fauneria a Castelmagno. Un mestiere difficile, quello del rifugista, quest’anno ancora di più, con le chiusure e aperture a singhiozzo dovute all’emergenza sanitaria e la mancanza di ristori da parte dello Stato.
“Stupidamente speravo che almeno questa volta si potesse ricevere un aiuto dalla politica, un minimo di sostegno, ma nulla, l’ennesima delusione! Mai un sostegno, l’unico aiuto che abbiamo avuto sono stati i 600 euro del primo lockdown destinati alle partite iva, da quel momento non siamo più stati inseriti in nessun ristoro. L’associazione Rifugisti ha scritto e chiesto aiuto, ma la proposta presentata dall’onorevole Costa per stanziare una tantum di 3000 euro o un contributo calcolato sulla percentuale del fatturato è stata bocciato, quindi siamo stati tagliati fuori completamente. E poi, oltre al danno la beffa. Nelle vacanze di Natale, pronti ad aprire con passaggio zona gialla dopo una settimana, a pochi giorni dalle feste, hanno cambiato di nuovo le carte in tavola e ci hanno fatto chiudere. Io avevo preventivato di aprire dal 27 dicembre al 10 gennaio, avevo già le prenotazioni, ho chiesto le autorizzazioni, aperto la strada per far passare il gatto nevi, fatto la spesa, tutti soldi buttati che si aggiungono a quelli già sborsati per metterci in regola con la sicurezza. Per non parlare dei dipendenti che quest’anno ho dovuto lasciare a casa. In estate ho lavorato, però è un periodo troppo ridotto per coprire le spese di un rifugio che ha costi di gestione molto alti. Quello che serve è una progettualità più a lunga scadenza, che ci permetta di programmare aperture e organizzarci. Invece ogni volta ci viene detta una cosa che poi inevitabilmente viene disattesa, così brancoliamo nel buio. Chiedo solo di poter lavorare, i ristori vanno benissimo, ma ci lasciate aprire, noi ci auto-ristoriamo”.