“Cos’è scrivere?” si chiede in una delle poesie l’autrice. La risposta le viene dallo stesso foglio bianco cui affidargli “una parte di noi, la più profonda e scartata, indifesa”. A queste parole fa eco uno dei “pensieri lunghi”: bisogna cercarsi e, forse, ritrovarsi.
È quanto prova a fare Elisa Belfiore nella sua raccolta di poesie. Le tappe di questo suo guardare dentro sono segnate da un costante confronto con l’altro, con il mondo che fuori dell’anima si impone nelle immagini come nelle emozioni. Del resto è esplicita la poesia di apertura “oltre ogni confine”: apertura e volo, promessa e sfida.
Se di conflitti parlano queste pagine, non è certo per sconforto o pessimismo. Il conflitto nasce dall’incontro, ma non si esaurisce nello scontro. C’è la Siria, quasi archetipo del dolore e del caos, dove “i bambini creano sogni di fango”. C’è la “disumana sorte” del migrante sul mare e il disorientamento di chi ha toccato terra, ma non raggiunto il suo sogno.
Accanto però si affaccia sempre un sogno, si concretizza uno sguardo rivolto al futuro. È la certezza di ritornare ad essere felice scoprendo nell’altro “il senso della pace”, ad essere umano trovando nell’incontro la vittoria sulla solitudine. È appunto l’appello all’amore che è sotteso a ogni poesia, a cui è dedicata un’intera sezione della raccolta.
È un amore che si manifesta nell’intreccio di sentimenti, nell’ascolto del cuore proprio e altrui, nel porsi la domanda “e se un abbraccio non fosse solo contatto fisico?”. Infine questo amore sembra sempre più poggiare su una fede in un Dio che va oltre i confini delle religioni, ma è percepito come presenza.
In questo cammino di nuovo i versi tornano sui sogni delle giovani generazioni, di chi è partito verso nuovi orizzonti, di cerca nelle strade o nel proprio intimo se stesso. L’invito è a non abbandonarli mai perché “i sogni hanno bisogno di sapere che crediamo in loro”.
In-contro
di Elisa Belfiore
Europa
10,90 euro