Cuneo – Si trovava sull’autostrada Asti-Cuneo, mentre avrebbe dovuto stare a casa perchè sottoposto agli arresti domiciliari e per questo motivo è stato rinviato a processo con l’accusa di evasione e porto di armi improprie. Una sera di luglio del 2016 R.R. si trovava in auto insieme alla sua compagna, N.B., anche lei sottoposta alla misura cautelare dell’obbligo di dimora, e viaggiavano sull’autostrada A 33 in direzione di Asti, ma all’altezza di S.Albano Stura la loro Opel Corsa ebbe un guasto e la sua presenza fu segnalata alla Polizia stradale di Bra. Dagli immediati controlli effettuati sul veicolo, risultavano vari illeciti amministrativi e gli agenti quindi eseguirono ulteriori verifiche sulle due persone a bordo dell’auto: lui avrebbe dovuto trovarsi a casa perchè risultava agli arresti domiciliari, per lei risultava l’obbligo di dimora. Prima di eseguire il controllo di polizia sui due, R.R. consegnò spontaneamente un cacciavite di circa 20 cm., “Mi sembra di ricordare – ha riferito l’agente in aula – che ci disse che gli serviva per aprire una tanica di benzina”. Al temine dell’istruttoria, l’accusa ha chiesto una condanna ad 1 anno e 3 mesi per il reato di evasione e il pagamento di 3mila euro per il porto di armi. L’avvocato dell’uomo ha chiesto invece l’assoluzione per quest’ultimo reato, dal momento che non era stato dimostrato che il suo assistito fosse uscito di casa con il cacciavite. Il giudice ha condannato R.R. ad 8 mesi per l’evasione e ad 800 euro di multa per il cacciavite.