Cuneo – Il medico borgarino di medicina generale, oggi in pensione, Franco Dini, racconta la sua esperienza di utilizzo del Cup regionale, il Centro unico di prenotazione voluto dalla Sanità regionale. Il suo racconto fa seguito al servizio de La Guida del 5 novembre sul malfunzionamento del Cup, con problemi nell’attesa della linea, nella rapidità della risposta e nell’indicazione della soluzione.
Egregio Direttore,
sul vostro settimanale di giovedì 5 novembre scorso, ho letto con molta attenzione l’articolo: “Quel telefono che non suona mai, o quasi”. Se mi permette, Signor Direttore, vorrei portare la mia testimonianza al riguardo. Dopo venti giorni di telefonate giornaliere o quasi all’800.000.500 senza alcun esito, ho risolto anch’io, come si legge nell’articolo in questione, il problema rivolgendomi alla sanità privata per il privilegio di avere conoscenze, mezzi e possibilità.
Vorrei comunque sottolineare le disfunzioni che ho sperimentato in quei venti giorni di telefonate: lunghe attese ( fino a 10-15 minuti) , difficoltà tecniche e logistiche e senso d’impotenza nel sentirsi rispondere: ” non ci sono posti disponibili né a Cuneo, né a Saluzzo, né a Mondovì né a Fossano. E’ pregato di telefonare domani o meglio tra due giorni…” Ovviamente non sto giudicando l’operatrice che con gentilezza fa quello che può; sto giudicando un sistema di prenotazione che non è funzionale alle necessità e possibilità degli utenti ( pazienti ).
Nell’articolo menzionato si parla di disservizio e chiaramente questo lo è, ma mi permetto di andare oltre questo aspetto: penso, anche grazie alla mia età e al mio lungo vissuto di medico di famiglia , che dietro ci sia dell’altro. Dopo tanti anni in cui sono stato deluso da ” esperti” e “personaggi che contano” , mi sento autorizzato a manifestare la mia personale visione della cosa. Penso che questo CUP regionale sia nato da una mente contorta al fine di risolvere o eludere un vecchio problema della sanità in generale: le liste d’attesa. Sì , con il CUP regionale io non posso più lamentarmi di aver ricevuto un appuntamento tra tre mesi, sei mesi o un anno…No, perché dopo venti giorni di telefonate non ho ricevuto nessun appuntamento, pertanto non posso dire che in Piemonte le liste d’attesa sono lunghe … Semplicemente non ho avuto nessuna prenotazione. Per questo, personalmente ho risolto il problema rivolgendomi al privato, senza poter lamentarmi delle ” lunghe liste d’attesa ” della sanità piemontese. Qui sorge una domanda spontanea: e chi non può permettersi la medicina privata?.. Concludendo, considero il CUP regionale una soluzione propagandistica tipica da politicanti.
Scusate questa mia opinione semplice e spontanea, ma è vero che, come diceva qualcuno: “a pensare male si fa peccato, ma quasi sempre si indovina”.
Franco Dini