Il coronavirus non smette, con la sua invisible pericolosità, di interporsi e sospendere le libertà di tutti noi. A farne le spese anche gli studenti che parecipano al programma Erasmus + e al Corpo europeo di solidarietà, bloccati dalla chiusura delle università e dalle restrizioni imposte ai viaggi.
Le cifre ci dicono che, in Europa, sono oggi circa 165.000 gli studenti Erasmus e circa 5.000 i giovani coinvolti in progetti di volontariato per la costruzione di una società europea più inclusiva.
Una situazione in sospeso che ha spinto alcuni parlamentari europei ad attirare l’attenzione della Commissione affinché preveda tutta la flessibilità possibile per garantire continuità agli studenti e ai volontari. Flessibilità nel sostegno finanziario, nella possibilità di ottenere i crediti necessari per non perdere l’anno accademico e nel mantenere il proprio status di studenti Erasmus o volontari.
Si tratta infatti di due programmi europei, in particolare Erasmus, con i suoi trent’anni di vita, che dimostrano l’importanza della mobilità dell’istruzione, della cultura e del volontariato per costruire quella società europea, fiduciosa e solidale, oggi messa a dura prova da un terribile virus.