Venasca – Il coronavirus cambia il lavoro dei medici e degli infermieri, e non poco, di questi tempi. Fabio Beoletto (a sinistra nella foto) di Brossasco, 47 anni, è uno degli infermieri domiciliari impegnati sul territorio della valle Varaita. Dipende dall’AslCn1 e la base operativa di partenza è il Distretto sanitario di Venasca.
In cosa consiste il lavoro vostro?
Andiamo prevalentemente nelle case delle persone anziane malate, che hanno bisogno di prelievi, di medicazioni, di iniezioni , di terapie sanitarie varie. In valle ci sono anche tre ambulatori: quello di Venasca (aperto tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 11.30 alle 12.30); di Melle (aperto dalle 8 alle 9 del mercoledì) e di Sampeyre (aperto di martedì dalle 10.30 alle 11 e di venerdì, dalle 8 alle 9). Siamo in quattro infermieri a dare questo servizio.
Come è cambiato il vostro lavoro in queste settimane?
E’ cambiato principalmente per le precauzioni ulteriori che vanno prese, per evitare di diventare veicoli di trasmissione del virus. Dobbiamo proteggerci e proteggere gli altri usando le mascherine sanitarie.
Le persone che seguite?
Per la maggior parte sono anziane: da qualche giorno la gente è preoccupata, perché dalle notizie ha capito la gravità di questa storia e non sa come andrà a finire.
E lei cosa ne pensa?
Sono incerto, ma ho fiducia nel nostro sistema sanitario, uno dei migliori del mondo. Ho grande fiducia e sono ottimista. La condizione è che tutti rispettiamo le regole, e anche qui in valle lo stiamo facendo.
Il dottor Gabriele Ghigo (a destra nella foto), responsabile del Distretto sanitario di Saluzzo:
Il personale infermieristico del Distretto sta continuando a garantire le prestazioni essenziali (sia a livello domiciliare che ambulatoriale) nel rispetto sia della continuità di cura ove necessaria che della sicurezza di assistiti ed operatori.
Quali i provvedimenti presi per affrontare questa emergenza?
In accordo con i medici di famiglia, le prestazioni sono effettuate su prenotazione e “triage” telefonico, se del caso con interventi di “counselling”. L’emergenza sta creando certamente disagi, ma anche grazie alla collaborazione dei medici di famiglia, gli accessi sono ricondotti all’effettiva necessità, e quindi al momento il servizio riesce a far fronte in modo adeguato ai bisogni. E’ fondamentale da parte di tutti continuare a rispettare tutte le misure di protezione e contenimento dell’infezione previste.
Come stanno vivendo l’emergenza i professionisti della sanità?
E’ un momento difficile ed impegnativo, che però sta mostrando anche il volto positivo della nostra gente e del servizio sanitario: basta pensare alla dedizione ed abnegazione dei medici ed infermieri che operano negli ospedali, a cui va il grazie non solo mio ma di tutti gli altri operatori e della popolazione! Ma penso anche all’impegno degli operatori del territorio (medici, amministrativi ed infermieri) che stanno davvero impegnandosi non solo dal punto di vista tecnico, ma anche umano, confermando ancor di più la professionalità e la disponibilità che da sempre caratterizza il loro operato. Anche se non sono in prima linea nel salvare le vite, come stanno coraggiosamente facendo gli operatori ospedalieri, il loro lavoro, in stretto rapporto con i medici di famiglia (la cui collaborazione è fondamentale anche in questa situazione) è prezioso ed indispensabile per mantenere le persone, specialmente quelle anziane, a casa: prendendosene cura e facendo opera di informazione e di educazione, contribuendo anche in questo modo a combattere il coronavirus.