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Domenica 22 dicembre 2024

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Maltrattamenti in famiglia, condannato a quattro anni

Lei non aveva mai denunciato il compagno per paura e nella speranza che cambiasse. Interventi della Polizia

La Guida - Maltrattamenti in famiglia, condannato a quattro anni

Cuneo – “Quella volta avevo preso coraggio, ma poi non sono riuscita a denunciarlo, avevo paura. Ho chiamato la Polizia per non farmi picchiare”. Infatti la Polizia era intervenuta e l’aveva trovata a casa, che cucinava, con un rossore sul collo. Era solo una delle tante volte che gli agenti delle volanti della Questura intervenivano in quell’appartamento di Cuneo dove N. M., 35 enne di origini sarde, viveva dal 2016 con il compagno D. P. L. imputato al Tribunale di Cuneo per maltrattamenti continuati. Era il novembre 2017, ma prima c’era stato un intervento della Polizia a ottobre e poi un altro a febbraio 2018. In tre occasioni la donna era stata in ospedale, ma poi firmava e non si faceva refertare le ferite, “non volevo denunciarlo perché speravo che cambiasse, che migliorasse” ha detto la donna in aula.
Ferite come quelle al volto viste dagli agenti intervenuti la sera del 3 ottobre: “Eravamo intervenuti su chiamata dei vicini di casa”, ha riferito un agente della Questura, “la signora era sola a casa, era in evidente stato confusionale, aveva ecchimosi sul volto e una ferita sanguinante al sopracciglio”.
Una coppia con tanti problemi, abuso di alcol e droga, i figli avuti da un precedente compagno che erano stati affidati in comunità. “Litigavamo non so neanche io per cosa”, ha detto la donna in aula, “bevevamo insieme è vero, ma questo non dà a nessuno il diritto di picchiarti”.
“È questa la vera natura del maltrattamento”, ha detto il pubblico ministero Francesca Lombardi al termine dell’istruttoria, “quando la persona offesa è negante, giustificante, quando si sente in colpa. Ed è in questi casi che il legislatore deve agire a tutela della persona offesa”. Per l’imputato ha chiesto una condanna a due anni e sei mesi di reclusione.
Per il suo assistito invece la difesa ha chiesto la derubricazione del reato da maltrattamenti continuati a lesioni e quindi non doversi procedere per mancanza di querela.
Il giudice ha condannato l’uomo a quattro anni di reclusione e all’interdizione di cinque anni dai pubblici uffici.

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